Pannelli solari e pompe di calore Cosa cambia con il piano della Ue
BRUXELLES La politica energetica si basa in genere su decisioni di medio-lungo periodo perché per realizzare le infrastrutture necessarie serve tempo. Ma l’Ue in questo momento non ha tempo e deve cercare di accelerare il più possibile la sua indipendenza dalle fonti fossili russe senza compromettere la propria sicurezza energetica. Con il piano RePowerEu presentato due giorni fa, la Commissione ha fissato come data il 2027 ma già quest’anno il gas importato da Mosca dovrà diminuire di due terzi.
Cosa vuol dire per i cittadini e per il nostro Paese? Premesso che alcune delle proposte seguiranno la via legislativa ordinaria e dunque dovranno superare il negoziato tra Consiglio e Parlamento Ue prima di essere approvate, il piano della Commissione segue quattro linee di intervento: l’accelerazione sulle rinnovabili; il risparmio energetico; la diversificazione degli approvvigionamenti; gli investimenti mirati.
La Commissione propone di aumentare dal 40% al 45% l’obiettivo per il 2030 per le rinnovabili nell’ambito del pacchetto «Fit for 55» (che traduce in proposte legislative il Green Deal), attraverso diverse azioni tra cui il raddoppio della capacità solare fotovoltaica entro il 2025, arrivando a installare 600 GW entro il 2030, e l’introduzione graduale dell’obbligo di installare pannelli solari sui tetti dei nuovi edifici pubblici, commerciali e residenziali, accelerando i processi autorizzativi riducendoli a un massimo di tre mesi. Propone anche il raddoppio della diffusione delle pompe di calore unito a misure per integrare l’energia geotermica e termosolare nei sistemi di teleriscaldamento e di riscaldamento collettivo.
Il secondo ambito d’azione è quello dell’efficienza energetica. Bruxelles vuole aumentare gli obiettivi dal 9% al 13%. Ma per ottenere questo risultato è fondamentale non solo intervenire sugli edifici ma anche che i cittadini cambino le loro abitudini di vita per ridurre la domanda di gas e petrolio del 5%. Gli Stati membri sono inoltre invitati ad applicare misure fiscali per favorire il risparmio energetico, come l’Iva ridotta sui sistemi di riscaldamento efficienti, l’isolamento degli edifici e gli apparecchi e i prodotti efficienti sotto il profilo energetico. Viene proposto lo stop alla vendita delle caldaie autonome a gas entro il 2029. Raddoppia l’obiettivo di produzione di idrogeno verde al 2030 da usare per sostituire gas, carbone e petrolio nei trasporti e nei settori industriali difficili da decarbonizzare. La Commissione propone un aumento della produzione di biometano da incentivare anche attraverso la politica agricola comune.
Per diversificare gli approvvigionamenti e spuntare prezzi migliori la Commissione propone la creazione di una «piattaforma Ue dell’Energia» per acquisti congiunti di gas, Lng e idrogeno su base volontaria. Apre a investimenti su infrastrutture gas e petrolio prima non ammesse nei Pnrr. L’Italia, volendo, potrà farvi rientrare i rigassificatori e l’aumento della capacità della rete gas attuale.