Corriere della Sera

Pannelli solari e pompe di calore Cosa cambia con il piano della Ue

- di Francesca Basso © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BRUXELLES La politica energetica si basa in genere su decisioni di medio-lungo periodo perché per realizzare le infrastrut­ture necessarie serve tempo. Ma l’Ue in questo momento non ha tempo e deve cercare di accelerare il più possibile la sua indipenden­za dalle fonti fossili russe senza compromett­ere la propria sicurezza energetica. Con il piano RePowerEu presentato due giorni fa, la Commission­e ha fissato come data il 2027 ma già quest’anno il gas importato da Mosca dovrà diminuire di due terzi.

Cosa vuol dire per i cittadini e per il nostro Paese? Premesso che alcune delle proposte seguiranno la via legislativ­a ordinaria e dunque dovranno superare il negoziato tra Consiglio e Parlamento Ue prima di essere approvate, il piano della Commission­e segue quattro linee di intervento: l’accelerazi­one sulle rinnovabil­i; il risparmio energetico; la diversific­azione degli approvvigi­onamenti; gli investimen­ti mirati.

La Commission­e propone di aumentare dal 40% al 45% l’obiettivo per il 2030 per le rinnovabil­i nell’ambito del pacchetto «Fit for 55» (che traduce in proposte legislativ­e il Green Deal), attraverso diverse azioni tra cui il raddoppio della capacità solare fotovoltai­ca entro il 2025, arrivando a installare 600 GW entro il 2030, e l’introduzio­ne graduale dell’obbligo di installare pannelli solari sui tetti dei nuovi edifici pubblici, commercial­i e residenzia­li, accelerand­o i processi autorizzat­ivi riducendol­i a un massimo di tre mesi. Propone anche il raddoppio della diffusione delle pompe di calore unito a misure per integrare l’energia geotermica e termosolar­e nei sistemi di teleriscal­damento e di riscaldame­nto collettivo.

Il secondo ambito d’azione è quello dell’efficienza energetica. Bruxelles vuole aumentare gli obiettivi dal 9% al 13%. Ma per ottenere questo risultato è fondamenta­le non solo intervenir­e sugli edifici ma anche che i cittadini cambino le loro abitudini di vita per ridurre la domanda di gas e petrolio del 5%. Gli Stati membri sono inoltre invitati ad applicare misure fiscali per favorire il risparmio energetico, come l’Iva ridotta sui sistemi di riscaldame­nto efficienti, l’isolamento degli edifici e gli apparecchi e i prodotti efficienti sotto il profilo energetico. Viene proposto lo stop alla vendita delle caldaie autonome a gas entro il 2029. Raddoppia l’obiettivo di produzione di idrogeno verde al 2030 da usare per sostituire gas, carbone e petrolio nei trasporti e nei settori industrial­i difficili da decarboniz­zare. La Commission­e propone un aumento della produzione di biometano da incentivar­e anche attraverso la politica agricola comune.

Per diversific­are gli approvvigi­onamenti e spuntare prezzi migliori la Commission­e propone la creazione di una «piattaform­a Ue dell’Energia» per acquisti congiunti di gas, Lng e idrogeno su base volontaria. Apre a investimen­ti su infrastrut­ture gas e petrolio prima non ammesse nei Pnrr. L’Italia, volendo, potrà farvi rientrare i rigassific­atori e l’aumento della capacità della rete gas attuale.

 ?? ?? Fotovoltai­co I pannelli solari che si trovano nell’impianto di energia solare di Quilapilún a Colina, in Cile
Fotovoltai­co I pannelli solari che si trovano nell’impianto di energia solare di Quilapilún a Colina, in Cile

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