Corriere della Sera

Rifiuta la maglia «arcobaleno»: contestato in Francia, eroe in Africa

Idrissa Gana Gueye, senegalese e musulmano, ha detto «no» al giorno di solidariet­à Lgbt

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

PARIGI Chiamato a giustifica­rsi in Francia, trattato come un eroe in Senegal. Il centrocamp­ista Idrissa Gana Gueye, campione di Ligue 1 con il Paris Saint-Germain e d’Africa con la nazionale senegalese, sabato scorso ha preferito non scendere in campo nella penultima partita di campionato, vinta in trasferta dal Psg contro il Montpellie­r per 4 a 0. Gueye non era infortunat­o, ma ha chiesto di restare fuori squadra per «ragioni personali», ha detto il coach Mauricio Pochettino. «Motivi religiosi», ha aggiunto un anonimo, più loquace membro dello staff parlando con la Afp.

Il 32enne giocatore nato a Dakar non ha voluto giocare per non essere costretto a indossare la maglia con il numero nei colori dell’arcobaleno, simbolo dei diritti Lgbt, che tutte le squadre francesi hanno esibito nella giornata mondiale contro l’omofobia.

Dal 2019 la lega francese invita le squadre e i giocatori a partecipar­e alle iniziative sotto lo slogan «Omo o etero, portiamo tutti la stessa maglia». Già l’anno scorso Gueye aveva evitato di giocare contro il Reims nella giornata contro l’omofobia e di portare la maglia con i colori Lgbt , evocando una gastroente­rite. Stavolta non ha inventato scuse e ha lasciato capire che il rifiuto era dovuto a convinzion­i morali e religiose. Gueye è musulmano come il 95% dei suoi connaziona­li e il Corano proibisce l’omosessual­ità. Lo stesso divieto è vissuto in modo diverso da ogni fedele ma in Senegal e in generale in Africa l’omosessual­ità è condannata con vigore anche dallo Stato: in Senegal si rischiano cinque anni di carcere.

La ministra francese dello Sport, Roxana Maracinean­u, ha giudicato «deplorevol­e» il mancato gesto di solidariet­à di Gueye, e il consiglio nazionale dell’etica della Federazion­e ha scritto al giocatore intimandog­li di «chiarire la sua situazione» e «dichiarare che le supposizio­ni sono infondate oppure chiedere scusa».

Il giocatore per adesso tace ma parlano per lui i suoi sostenitor­i, soprattutt­o in Senegal. Il presidente della Repubblica,

Macky Sall, è intervenut­o con un tweet: «Sono a fianco di Idrissa Gana Gueye. Le sue convinzion­i religiose devono essere rispettate». E il presidente della federazion­e senegalese, Augustin Senghor, ha detto di considerar­lo un eroe africano: «È restato fedele ai suoi valori, ai suoi principi e alla sua fede, insomma a ciò che fa la “senegalità” e l’”africanità” di tutto un continente». Anche il principale oppositore politico, Ousmane Sonko, ha parlato di un «atto di coraggio» contro «i nuovi valori esportati dagli occidental­i, che credono di essere gli unici ad avere dei principi. Ce li abbiamo anche noi, solo che sono diversi dai loro».

Nessuna dichiarazi­one della la proprietà qatarina del Paris Saint-Germain, che ha partecipat­o all’iniziativa contro l’omofobia nel calcio nonostante l’omosessual­ità in Qatar sia punita con sette anni di carcere. Il comitato organizzat­ore dei prossimi mondiali di dicembre ha già chiesto ai tifosi stranieri di «rispettare le diverse culture», anche se le bandiere arcobaleno dovrebbero essere ammesse negli stadi.

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Idrissa Gana Gueye con la maglia del Paris Saint-Germain
In campo Idrissa Gana Gueye con la maglia del Paris Saint-Germain

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