«Papà, ti penserò ogni volta che scalerò una montagna»
Mio padre Gabriele è mancato da poco. Nel giorno della sua scomparsa, mi sono sentita di scrivere queste poche righe dedicate a lui, come per fermare il tempo e avere un punto fermo nella memoria di quello che è stato e sarà per me, mio padre, per tutto il tempo che verrà.
Caro papà, la nostra è sempre stata una storia di amore reciproco. Per questo soffro ora. Per tutti sei stato una guida di una generosità senza limiti. Ci hai trasmesso la tua curiosità per ogni cosa.
La tua grande intelligenza, la tua meravigliosa cultura, la purezza del tuo pensiero così eccezionale, la tua fantasia, i tuoi modi eleganti, pieni di rigore e di grazia. Il tuo spiccato senso critico e la tua tenacia, l’inesauribile energia e la tua forza di volontà soprattutto quando stavi molto male. Il tuo sarcasmo, il tuo essere libero e anticonformista, il tuo amore per l’avventura e l’ignoto, il tuo altruismo e la tua immensa inclusività (citazione Giorgio Colombo) nei confronti di tutti, sopratutto in ambienti così difficili come quello accademico.
Ci hai fornito la bussola per orientarci in questo mondo terreno sempre più complesso.
Certamente chi ti ha aiutato a essere un uomo non ripetibile, straordinario, è stata la mamma, tua compagna di vita da cinquantacinque anni.
Ti penserò, caro papà, ogni volta che scalerò una montagna.
E mi mancherai tanto.