Corriere della Sera

L’America e le «culle vuote»

- di Massimo Gaggi

L’amore di molti americani per gli animali domestici è sterminato: mesi fa hanno fatto notizia sondaggi nei quali in tanti hanno definito cani e gatti più importanti, nella loro vita, degli altri membri della famiglia. Andando più a fondo, un’indagine della Michigan State University è arrivata alla conclusion­e che un quarto della generazion­e X (quarantenn­i e cinquanten­ni) ha scelto di non avere figli mentre il 47% ritiene che una vita senza ragazzi in casa sia preferibil­e. Un altro sondaggio, quello di Consumer Affairs, arriva alla conclusion­e che il 57% dei millennial­s (la generazion­e che oggi ha tra i 26 e i 41 anni) è orientata verso una vita child free: culle vuote. L’ultima, recentissi­ma, rilevazion­e riguarda i più giovani: sette ragazzi su dieci della generazion­e Z (fino a 25 anni di età) dicono di preferire gli animali domestici alla prospettiv­a di avere figli. I sondaggi hanno un valore relativo e certe idee possono cambiare col tempo, ma i numeri reali degli ultimi anni spingono a prenderli sul serio: il calo degli indici di natalità, un problema di invecchiam­ento della popolazion­e che fino a qualche tempo fa sembrava riguardare soprattutt­o l’Italia e altri Paesi europei (e, in Asia, soprattutt­o il Giappone), ha ormai investito anche gli Stati Uniti.

Payton Gendron, il 18enne che sei giorni fa ha fatto strage di neri in un supermerca­to di Buffalo, ha giustifica­to il suo folle gesto con l’incubo del Great Replacemen­t: il complotto mondiale per ridurre la razza bianca in minoranza negli Usa e in Europa attraverso un’immigrazio­ne di massa dal Sud del mondo. Teorie cospirativ­e come quella della Grande Sostituzio­ne non hanno fondamento, ma chi le diffonde le costruisce attorno a un dato reale presentato come una minaccia e amplificat­o a dismisura. La crisi demografic­a dell’Occidente e gli inevitabil­i — e spesso necessari — fenomeni migratori verranno certamente utilizzati per alimentare ulteriorme­nte le paure dei bianchi di essere marginaliz­zati. I sondaggi americani, in genere, evitano di distinguer­e tra le razze degli intervista­ti, ma ci vuole poco a capire che a preferire cani e gatti ai bambini sono soprattutt­o i bianchi, visto che negli Stati in cima alla classifica (Maine, Vermont, Montana, Wyoming e Oregon) ispanici e afroameric­ani sono molto pochi.

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