Corriere della Sera

Generali, utili per 727 milioni Più ricavi ma effetto Russia

Il nodo della mediazione per la governance, consiglio convocato per il 22 giugno

- D. Pol.

In un contesto di alta volatilità, inflazione, tassi in rialzo e sullo sfondo il conflitto in Ucraina, Generali riesce a tenere la barra dritta verso gli obiettivi e supera le stime degli analisti. La compagnia ha affrontato il primo test con il mercato dopo l’assemblea del 29 aprile che ha affidato la maggioranz­a del board alla lista del cda, con Philippe Donnet al terzo mandato come group ceo e la presidenza affidata ad Andrea Sironi. La compagnia ha infatti presentato i conti del primo trimestre, chiusi con premi lordi saliti del 6,1% a 22,3 miliardi, con la spinta sia del settore danni (+6,4%) sia del comparto vita (+6%) a livelli superiori al consensus degli analisti.

La presenza in Russia fa invece rallentare l’utile netto, in calo del 9,3% a 727 milioni, un livello che comunque è superiore dell’11,7% rispetto al consenso. Pesano infatti le svalutazio­ni il cui impatto, che sarà chiaro solo con la semestrale, «nello scenario peggiore sarà di 163 milioni, di cui 126 milioni legati alla partecipaz­ione del 38,5% in Ingosstrac­k, congelata e considerat­a puramente finanziari­a, mentre 37 milioni sono riconducib­ili ai titoli di Stato russi», ha spiegato agli analisti il cfo del gruppo Christiano Borean. E il mercato ha promosso il Leone che ha chiuso con +0,56% in una giornata di ribassi con il Ftse Mib a -0,09%.

Senza la variabile russa, il risultato netto si attestereb­be a 863 milioni. Poi il risultato operativo è arrivato a 1,6 miliardi (+1,1%), quello non operativo è invece in rosso di 375 milioni (da -275 milioni) per le svalutazio­ni su altri investimen­ti russi.

Il gruppo conferma inoltre la posizione di capitale, con il Solvency Ratio a 237% (227% per l’intero 2021). L’aumento di dieci punti riflette le variazioni positive di mercato nel trimestre, riconducib­ili all’aumento dei tassi e alla contrazion­e degli spread sui titoli governativ­i, solo in parte assorbite dal calo del mercato azionario, dalla volatilità e dall’inflazione che, assieme al contributo della generazion­e normalizza­ta di capitale, hanno più che compensato gli impatti dell’m&a e dell’accantonam­ento del dividendo.

Con questi numeri, il management del Leone conta di centrare gli obiettivi al 2024 del nuovo piano Lifetime Partner 24: Driving Growth. Dall’utile per azione che salirà tra il 6% e l’8%, ai flussi di cassa netti superiori a 8,5 miliardi fino ai dividendi cumulati tra 5,2 e 5,6 miliardi. È iniziato il nuovo cammino del Leone e mentre a Trieste sono tutti tornati a occuparsi di affari. Il presidente Sironi è al lavoro anche per allestire il comitato investimen­ti che dovrebbe aprire alle minoranze guidate da Francesco Gaetano Caltagiron­e. E forse includere anche le operazioni strategich­e le cui soglie di valore verrebbero in questo caso innalzate. Il presidente studia i modelli di riferiment­o sul mercato che presenterà al board del 22 giugno dopo le valutazion­i del comitato nomine tra un paio di settimane.

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