L’«Ischia» alla carriera a Lorenzo Cremonesi che racconta le guerre
Tutto nasce da qui. Da una guerra che pensavamo non ci appartenesse. Troppo vicina perché divampasse. I conflitti scoppiano altrove. Roba che non ci riguarda tanto. Lorenzo Cremonesi di guerre scrive da quarant’anni. Un tempo e una maestria che gli sono valsi anche il premio Ischia internazionale di giornalismo alla carriera. Il vincitore del riconoscimento è stato Lucio Caracciolo, direttore di «Limes», premiati anche Anna Zafesova de «La Stampa», Elena Testi di La7 ed Alessandra De Stefano, direttrice di RaiSport. L’inviato del «Corriere» a Torino per presentare il suo libro Guerra infinita (Solferino) con la vicedirettrice Barbara Stefanelli e Gian Antonio Stella. «L’idea — racconta Cremonesi — nasce molto tempo fa, da un’esigenza civile. Dalla constatazione che non siamo pronti a fare i conti con la guerra. Invece il mondo è ancora dominato dalla legge della forza, e solo la forza potrà imporre anche la pace». Un mestiere, quello del reporter di guerra che è «cambiato immensamente nella forma, ma è rimasto inalterato nell’essenza». Cremonesi ci si è quasi ritrovato al fronte, all’inizio non era stata neanche una scelta. «Ma adesso che sono qui in Italia da due giorni non vedo l’ora di tornare in Ucraina».