Una Ferrari laboratorio per fermare la Red Bull In Spagna è un test Mondiale
MONTMELÓ Con le infradito e la canottiera, l’onda rossa avanza sotto il sole infuocato anche nel giorno dei motori spenti. Tanto entusiasmo in Spagna non si vedeva dai tempi dei duelli Mondiali di Alonso — 330 mila persone attese nel weekend, c’è il tutto esaurito —, la spinta per Carlos Sainz, che ha raccolto l’eredità iberica di Fernando, è forte. Ma è potente soprattutto per la Ferrari tornata al vertice, e obbligata a reagire dopo le due vittorie di fila (tre considerando anche la sprint race) di Max Verstappen, a Miami e a Imola.
Barcellona, crocevia di sogni. Di esami e conferme. È qui che a fine febbraio, dopo i primi giri nei test pre-campionato, Mattia Binotto ha capito di avere una macchina vincente. Ed è sempre da qui che il team principal deve uscire domenica con la garanzia di avere un mezzo in grado di giocarsi il titolo fino alla fine. Grazie agli sviluppi sui quali a Maranello lavorano da mesi, hanno sfruttato ogni opportunità, anche una giornata dedicata alle riprese promozionali in una Monza blindata: fondo vettura, diffusore, ali, interventi di alleggerimento.
Perché non basta più essere partiti bene, il vantaggio in classifica di Charles su Max si è assottigliato, l’olandese è a -19 dopo gli ultimi trionfi. La forza della Red Bull è nell’evoluzione. In una dieta stretta che ha consentito a Verstappen di gestire le gomme meglio dei rivali. Si calcola che da inizio stagione la monoposto blu abbia perso 7 chilogrammi circa. E in Catalogna la cura della linea proseguirà con altri aggiornamenti, si parla di un’ulteriore riduzione significativa per scendere sulla bilancia verso il minimo consentito dal regolamento (795 kg, pilota incluso). Poi un altro grosso upgrade dovrebbe arrivare dopo l’estate ed essere utilizzato anche come base per la macchina del 2023. La Ferrari, essendo nata già magra, non ha molto da limare: ma si aspetta dal nuovo pacchetto un salto importante in prestazioni per chiudere quel gap di 2 decimi quantificato da Binotto dopo la corsa negli Usa, e riportarsi davanti.
Il tracciato catalano, con il suo terzo settore lento — una specie di Montecarlo in miniatura, dove si correrà la prossima settimana — dovrebbe esaltare le caratteristiche della Rossa, come è già successo a febbraio. Uno degli elementi più attesi è il nuovo fondo, pensato per limitare ancora di più il fenomeno del porpoising — i saltelli aerodinamici in rettilineo, conseguenza indesiderata delle F1 a effetto suolo —, è fondamentale per abbassare l’assetto e guadagnare in velocità di punta. È il punto debole della F1-75 rispetto alla Red Bull. Sainz manifesta un ottimismo prudente, come tutti dentro al box rosso: «Loro hanno sempre
«Su questa pista sognavo di diventare un pilota: e ora voglio la prima vittoria in F1»
portato sviluppi, noi cominciamo adesso. Mi fido di come stiamo lavorando, le idee sono buone e magari aiuteranno anche me a capire meglio questa monoposto». Carlos si rivede bambino in questo paddock, a dieci anni disse al papà che un giorno avrebbe corso in Formula 1. E lo disse dopo aver visto Schumacher e Alonso sfidarsi, due giganti. Cerca il primo successo in carriera, in casa sarebbe il massimo: «Sognavo allora e quel sogno è diventato realtà. È la mia storia a parlare, vincere davanti alla mia gente sarebbe la cosa più bella. Ma non è un’idea che mi ossessiona». La sfida umana, oltre quella tecnica. Monta l’onda rossa.