Corriere della Sera

Macron, nuovo governo con «l’italiana» Colonna La conferma di Le Maire

L’ex ambasciatr­ice a Roma. I nomi della squadra di Borne

- Stefano Montefiori DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PARIGI Due sorprese — agli Affari esteri e all’Istruzione — e molte riconferme importanti. Per il secondo mandato presidenzi­ale Emmanuel Macron si affida a una squadra rodata, perché i ruoli chiave vengono affidati ai soliti protagonis­ti: Bruno Le Maire resta il potente ministro dell’Economia e Finanze, Gérald Darmanin rimane ministro dell’Interno, e l’avvocato con doppia nazionalit­à (francese e italiana) Eric Dupont-Moretti è ancora Guardasigi­lli, nonostante su di lui penda la minaccia di un processo per conflitto di interessi davanti alla Corte di Giustizia della Repubblica.

Un governo di continuità, nel quale l’importante ministero della Transizion­e ecologica viene affidato alla 36enne Amélie de Montchalin che già faceva parte del governo precedente come titolare della Funzione pubblica, e che avrà il compito di affiancare la premier Borne nella lotta contro il riscaldame­nto climatico, indicata dal presidente Macron come una delle maggiori priorità del quinquenni­o.

Una delle personalit­à più note tra i francesi, quell’Olivier Veran che assieme all’ex premier Edouard Philippe è stato il volto anche televisivo della prima fase della pandemia, lascia il ministero della Sanità e viene retrocesso ai Rapporti con il Parlamento: Macron apprezza i collaborat­ori brillanti, ma qualche volta sembra non amare che prendano troppa luce.

Le novità di peso sono due. La prima è l’arrivo al Quai d’Orsay, come ministra agli

Affari esteri, di Catherine Colonna, 66 anni, origini corse, ambasciatr­ice a Roma durante la presidenza Hollande e fino a ieri rappresent­ante della Francia nel Regno Unito. Colonna si troverà ad affrontare la guerra in Ucraina e una situazione internazio­nale mai così difficile negli ultimi decenni, ma dovrà gestire anche il malessere all’interno del suo ministero, perché Macron ha deciso di abolire il corpo diplomatic­o a partire dal 2023. La ministra Colonna potrà avvalersi di Clement Beaune, che viene promosso da segretario di Stato a ministro per gli Affari europei.

L’altra sorpresa è l’arrivo all’Istruzione dell’insigne storico Pap Ndiaye, 56 anni, padre senegalese e madre francese, fratello della scrittrice Marie Ndiaye vincitrice nel 2009 del prix Goncourt.

Pap Ndiaye prende il posto di Jean-Michel Blanquer, poco amato dagli insegnanti e noto per le nette posizioni contro la «cancel culture» e in difesa della laicità. Dopo la nomina a premier della progressis­ta Elisabeth Borne, lunedì scorso, anche l’arrivo di Pap Ndiaye sembra ubbidire alla voglia di riequilibr­are a sinistra la squadra di governo. E l’estrema destra infatti concentra la critiche contro Ndiaye, «un indigenist­a la cui nomina rappresent­a l’ultima pietra della decostruzi­one del

nostro Paese», dice Marine Le Pen. All’estrema sinistra JeanLuc Mélenchon invece dà a Ndiaye del «rinnegato» per avere accettato di entrare nel governo di un Macron che lui stesso un tempo criticava. Comunque, secondo il leader della Nupes (Nuova unione popolare ecologista e sociale) questo nuovo governo troppo «liberale, senza audacia né rinnovamen­to» è solo provvisori­o perché il 12 e 19 giugno, alle elezioni legislativ­e, «i francesi sceglieran­no un’altra maggioranz­a, la nostra».

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All’Eliseo Il presidente francese Emmanuel Macron ha scelto la squadra di governo per il nuovo mandato (Afp)

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