Corriere della Sera

UNA CITTÀ DUE MONDI

Torino e quel confine tracciato dal Po Centro e collina, diverse filosofie di vita. E intanto torna Cavour in versione pop

- di Marco Castelnuov­o

Il cuore delle tappe piemontesi del

Giro d’Italia è la frazione che da Santena arriva a Torino con un circuito cittadino fatto di salite e discese molto complicate. Una tappa di montagna in città, praticamen­te: scelta insolita, date le Alpi (e il Monviso) lì di fronte. Ma è solo una delle stranezze di questa tappa. Santena dista una ventina di chilometri da Torino: per quanto il circuito venga ripetuto, resta una delle tappe più brevi di tutta la corsa.

Il non detto di questa frazione che lega Santena a Torino, la campagna alla città, i campi ai palazzi, è la celebrazio­ne di un grande italiano, forse colui che più di tutti se ne può fregiare: Camillo Benso conte di Cavour.

Nato e morto a Torino, ha voluto farsi seppellire a Santena, nel palazzo di famiglia dove oggi c’è un memoriale che conserva ricordi, documenti e — ovviamente

— la tomba. E dove, per scelta dell’attuale governo, nascerà uno dei tre poli della scuola di alta amministra­zione. «Così come nel 1853 Cavour varò la riorganizz­azione dello Stato sabaudo, oggi stiamo costruendo una nuova Pa per la ricostruzi­one di una nuova Italia dopo lo shock della pandemia», ha spiegato recentemen­te il ministro Brunetta. Un modo per ridare lustro a un personaggi­o chiave del Risorgimen­to, in una terra che ha tanto amato.

Sindaco per diciassett­e anni di Grinzane, piccolo centro nel cuore delle Langhe in cui ha anche affinato le sue attività imprendito­riali e agricole che poi ha portato anche a Santena: l’asparago, per esempio. «Trovate il modo per garantirne la prosperità e la floridezza», disse ai migliori scienziati dell’epoca a proposito dell’asparago locale che proprio in questi giorni è al massimo del suo gusto. Da Santena a Torino è il viaggio nel Risorgimen­to italiano, fino al pieno centro del capoluogo, in Piazza Carignano, sede del primo Parlamento. A Torino, finalmente Cavour è tornato centrale, anche in una versione un po’ pop. Il tavolo che era solito usare al Ristorante Del Cambio, il suo angolo al Bicerin in Piazza della Consolata, la Confetteri­a Stratta di piazza San Carlo, dove si narra che nel 1860 acquistò per 2.547 lire e 60 centesimi, 29 chili di marron glacés, 18 di sorbetto, 37 di frutti caramellat­i, paste, confetture e meringhett­e

La primavera degli asparagi di Santena (amatissimi dal Conte) porta sotto la Mole una tappa nervosa, un circuito cittadino di salite e discese segnato dal mito di Coppi e dai brividi firmati Dario Argento

destinate a un riceviment­o ufficiale. E ovviamente, il Palazzo Cavour, dove è nato e morto.

Ma l’occasione di questa tappa è anche fare conoscere l’altra Torino, quella più riservata, quasi austera. La collina delle ville dei nobili così ben dipinte da Dario Argento in «Profondo Rosso» e da Fruttero & Lucentini ne «La donna della domenica».

Colle della Maddalena e Colle di Superga per un circuito cittadino di 36 chilometri da ripetersi due volte. L’altra Torino al di là del Po rappresent­a un diverso modo di vivere la città, essendo già in campagna. È una città con i propri riti, le proprie lamentele e priorità: i telefonini che non prendono, i riders che non possono arrivare, gli autobus che passano di rado, la neve che blocca tutto, i cinghiali che imperversa­no. Tutti problemi sconosciut­i alla Torino del Salone del Libro e dell’Eurovision.

Chi sta al di là dei ponti, si vanta(va) di non mettere piede in centro. «Si vive così bene nel borgo»: ci sono i licei, le botteghe che chiudono tutte all’ora di pranzo, i ristoranti, i circoli di canottaggi­o, i club sportivi. Tutto dominato dal Monte dei Cappuccini e della Chiesa della Gran Madre, fulcro della precollina. Per chi vive oltrepo, non c’è nulla da invidiare alla caotica città. E in più c’è la vista sulla Mole e le Alpi. Il «derby» tra le due Torino, una specie di rive gauche e rive droite per la piccola Parigi italiana, non prevede vincitori né vinti, anche perché non c’è mai un fischio finale in un continuo saliscendi di mode e tendenze. Oggi un traguardo c’è, a pochi metri dal monumento a Fausto Coppi lungo Corso Casale, ai piedi della collina. Perché in una città dominata dalla statue, c’è anche quella al più forte ciclista di sempre.

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2 La storica Confetteri­a Stratta, che si affaccia su Piazza san Carlo, era tra le mete preferite di Cavour, che spesso si serviva qui per i suoi riceviment­i
3 Antonio Ciseri, «Ritratto di Camillo Benso di Cavour», olio su tela (1859)
4 Gli asparagi di Santena sono particolar­mente pregiati e saporiti: a questo ortaggio primaveril­e il paese ha appena dedicato l’89a edizione della sua sagra
1 L’alba torinese illumina la basilica di Superga e, sullo sfondo, il Monviso (3.841 m) 2 La storica Confetteri­a Stratta, che si affaccia su Piazza san Carlo, era tra le mete preferite di Cavour, che spesso si serviva qui per i suoi riceviment­i 3 Antonio Ciseri, «Ritratto di Camillo Benso di Cavour», olio su tela (1859) 4 Gli asparagi di Santena sono particolar­mente pregiati e saporiti: a questo ortaggio primaveril­e il paese ha appena dedicato l’89a edizione della sua sagra

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