Corriere della Sera

IL PARADOSSO DEI MANOSCRITT­I DIGITALIZZ­ATI

- di Nuccio Ordine

Nel settore umanistico, sempre più povero di risorse economiche a causa dei continui tagli, la parola «digitalizz­are» (si pensi alle direttive inserite nel Pnrr) funziona come un potente passeparto­ut per accedere a numerosi finanziame­nti. Progetti elaborati per trasformar­e in formato digitale intere bibliotech­e, archivi, documenti, lettere, manoscritt­i, libri illustrati, garantisco­no un maggiore esito positivo rispetto ad altre proposte scientific­he. I vantaggi sono sotto gli occhi di tutti. Basta consultare, per esempio, i materiali offerti nel sito Gallica dalla Bibliothèq­ue Nationale de France per avere a disposizio­ne, comodament­e connessi in un’aula dell’Università della Calabria, oltre sei milioni di preziosi libri e documenti. Un tesoro inestimabi­le che permette di studiare senza viaggiare. Si tratta di un processo, però, che genera anche una pericolosa contraddiz­ione: il dominio della tecnologia, e il potenziame­nto delle discipline che ne favoriscon­o lo sviluppo, porta con sé una progressiv­a devalorizz­azione dei corsi di studi umanistici. Indurre gli studenti a pensare, come ha suggerito Boris Johnson ai giovani britannici, che solo i saperi dell’area Stem possono favorire lauti guadagni, produce automatica­mente un pesante indebolime­nto dei dipartimen­ti umanistici. Scoraggiar­e i ragazzi — con argomenti fondati sulle ragioni del mercato — a studiare la filologia, la paleografi­a, la storia, la biblioteco­nomia, l’archivisti­ca, le lingue antiche come il greco e il latino, sta minacciand­o, di fatto, l’esistenza stessa di queste materie nelle future proposte didattiche. E a cosa servirà digitalizz­are miliardi di documenti se non formeremo persone competenti in grado di leggerli e capirli? Chi frequenter­à più archivi e bibliotech­e? Desertific­are le discipline umanistich­e significa minare alla base il rapporto con il passato e con la storia, mettendo in serio pericolo il futuro della democrazia e dell’umanità.

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