RedBird, scudetto rossonero Il Milan resta made in Usa Investcorp batte in ritirata
Elliott in sintonia con l’ad Gerry Cardinale: può tenere una quota L’offerta è stata alzata, i tempi per chiudere saranno brevi
MILANO Il Milan resterà americano: è vicino, infatti, il passaggio della società rossonera da Elliott al fondo (sempre Usa) RedBird che — secondo indiscrezioni non confermate dalle parti, chiuse in un secco no comment — avrebbe anche alzato la cifra, arrivando a offrire 1,3 miliardi. Secondo il Sole 24 Ore addirittura la struttura dell’offerta potrebbe salire negli anni fino a investimenti pari a 1,8 miliardi. Quello che sembra invece sigali
curo è che l’operazione non prevede di caricare il club di debiti, un punto importante per Elliott che voleva lasciare il Milan nella stessa condizione di «club risanato» in cui l’ha lasciato. Quali i tempi? Abbastanza rapidi, per quanto riguarda il signing, ovvero il momento delle firme in cui si fissa il valore dell’operazione, che potrebbe arrivare in 15-20 giorni. Sarà più lungo invece il closing, il passaggio vero e proprio di proprietà, che potrebbe richiedere 2-3 mesi. Non si devono preoccupare quelli che temevano un management (leggi Maldini e Massara che hanno urgenze dettate dal mercato) appeso e col contratto non rinnovato: ci penserà Elliott, a maggior ragione se, come sembra, resterà con una quota di minoranza.
Con ordine. Il sorpasso rispetto al fondo arabo Investcorp — il primo a muoversi sei mesi fa, offrendo un miliardo e 180 milioni e che aveva ottenuto una trattativa in esclusiva scaduta e non rinnovata — era già avvenuto nelle scorse settimane, ieri però è arrivata un’importante conferma: una fonte vicina a Investcorp ha riferito a Reuters «che il fondo ha interrotto le trattative con il Milan, per il mancato accordo sulla soluzione di certe questioni», senza specificare quali. Ora, anche se ufficialmente non si tratta di un ritiro vero e proprio, tutto fa pensare che il fondo arabo sia fuori dall’affare Milan: i rumors raccontano che avrebbe fatto fatica a trovare soci di minoranza o investitori esterni disposti a entrare nell’operazione.
Entità della cifra a parte (che avrà avuto il suo decisivo peso), agli occhi di Elliott è risultata in particolare convincente l’esperienza di RedBird nello sport. Il fondo Usa ha acquistato negli ultimi anni il 10 per cento di Fenway Sports Group (Fsg), proprietario del Liverpool e dei Red Sox di baseball, e l’85% del club francese del Tolosa. Non solo: vanta varie partnership — con le leghe di football, basket e hockey, con la Ryder Cup di golf, con un’agenzia internazionale di sport e spettacolo, ha fondato una nuova lega di football, la XFL) — che hanno portato alla creazione di più di 20 miliardi di dollari nelle imprese sportive.
Operazioni tutte decise dall’ad Gerry Cardinale, 53 anni, nato nella periferia ricca di Philadelphia, studi a Harvard e Oxford (dove ha partecipato anche alla mitica sfida di canottaggio contro Cambridge), vent’anni di esperienza in Goldman Sachs, dove ha gestito asset per cento miliardi di dollari, prima di fondare nel 2014 RedBird: in tre anni il valore del patrimonio gestito è passato da 1,5 a 6 miliardi e si appresta a salire velocemente a 11. Cardinale negli ultimi due anni ha esaminato ottanta club in tutta Europa. Tra queste pare ci fosse anche la Roma. Non è l’unica cosa che lo lega ai Friedkin: ha investito 300 milioni nella società che ha prodotto il film vincitore di quattro Oscar, «Parasite», distribuito dai proprietari della Roma.
Con questo acquirente la sintonia, diciamo anche culturale, di Elliott è totale. Un esempio: uno dei contributi di RedBird nel Liverpool è l’analisi dei dati, con una tecnologia all’avanguardia per analizzare le prestazioni dei giocatori e trovare nuovi talenti. Ma soprattutto piace la filosofia generale: la convinzione condivisa che il futuro di un club di calcio sia nella trasformazione in media company con un ruolo nel mercato dell’intrattenimento. Ed è anche per questa sintonia che, come detto, Elliott starebbe valutando di restare con una piccola quota per investimento e per garantire la continuità gestionale. Il passaggio sarà soft.