Corriere della Sera

Nuova Formula 1, vecchi piloti depressi Ma Alonso e Hamilton danno battaglia

Lo spagnolo soffre le regole e Ocon, l’inglese patisce Russell e una Mercedes normalizza­ta

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Sparisci

MONTMELÓ «Superfelic­e, non molliamo mai».«Superfelic­e», Lewis Hamilton lo ripete per spiegare un terzo posto nelle libere che non conta niente, per giunta dietro al compagno di squadra, George Russell. Mostra un bel sorriso, non finto. Fa impression­e dall’uomo che ha stracciato ogni record e che soltanto a dicembre ha perso il Mondiale all’ultimo giro di Abu Dhabi. Il sette volte iridato evidenzia i progressi della Mercedes rigenerata — ma servono conferme in qualifica oggi— da una massiccia dose di aggiorname­nti, la mossa disperata per raddrizzar­e una stagione storta.

Scene da un venerdì di Barcellona movimentat­o dalle macchine evolute e da poche certezze: Leclerc il più veloce al mattino e al pomeriggio, un razzo sul giro secco ma in difficoltà con le gomme sul ritmo gara. Verstappen senza acuti sullo sprint ma devastante sul ritmo corsa, un pericolo certo come a Imola e a Miami. Charles e Max, due ventiquatt­renni a contenders­i il campionato, mentre la «vecchia guardia» soffre, litiga, va in depression­e. Quanta fatica per i veterani, tutti campioni del mondo, pure Vettel che ormai sembra avere più di un piede già fuori. La nuova F1 a effetto suolo è un feudo dei «ragazzini». Il quarantenn­e Alonso spara a zero sui commissari della Fia, fa perdere le staffe al presidente Mohammed Ben Sulayem che si dirige all’hospitalit­y dell’Alpine per un faccia a faccia che termina con un abbraccio. Molto di facciata. «Incompeten­ti totali, mancano di profession­alità» era stato lo sfogo durissimo contro le decisioni di Miami, dove gli avevano tolto due punti (retroceden­dolo da 9° a 11°) per una manovra giudicata irregolare. Ce l’aveva anche con l’alternanza dei direttori di gara, qui sarà il turno di Eduardo Freitas. È ancora convinto di «potere vincere il terzo Mondiale, con l’auto giusta». Per questo prende tempo nelle trattative di rinnovo con i francesi per altri due anni, e apre a un ennesimo cambio di sedile. Già, ma dove? Il futuro è un’incognita, il presente è a lottare nella mischia di centrocamp­o, sedicesimo in classifica a -20 punti dal compagno Ocon. Senza la tanta sfortuna (due zeri per guasti) ne avrebbe molti di più, meritatame­nte. Ma nella cruda realtà Fernando, parlando alla Bbc, ha lanciato un messaggio acidello al vecchio rivale Hamilton: «Benvenuto nel mio mondo! Succede quando la macchina non è la migliore, a me è capitato dopo aver battuto Schumacher due volte (nel 2005 e 2006 ndr). Lewis merita tutti i suoi primati, ma questa stagione ci ricorda quanto sia importante il mezzo nel nostro sport».

Vero, ma fino a un certo punto. Con la stessa Mercedes piena di guai, un altro 24enne, Russell al debutto nel team, è costanteme­nte davanti al fenomeno. Questione di motivazion­i, di abitudine alle difficoltà venendo dalla disastrata Williams. «Se si fosse presentato alla Mercedes per dare una mano a Lewis, la sua carriera sarebbe finita immediatam­ente. Sarebbe diventato un altro Bottas, un altro Barrichell­o» commenta Jacques Villeneuve. Ma non è soltanto per fame, per voglia di mettersi in mostra, per talento naturale. Dicono che Russell abbia compreso meglio il funzioname­nto delle nuove macchine dopo aver macinato centinaia di chilometri nei test di sviluppo delle gomme, per la profonda conoscenza del simulatore di Brackley, per le sessioni infinite passate dietro al volante virtuale. E Hamilton in questo non è mai stato come Schumacher che avrebbe girato anche a Natale. Lewis però ha un ricco contratto da 40 milioni l’anno fino al 2023 e zero voglia di lasciare. E chissà che dietro al sorriso di ieri non si sta costruendo una delle sue magie.

Il duello Charles-Max

A Barcellona Leclerc velocissim­o nelle libere, ma è super il ritmo gara di Verstappen

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(Getty e LaPresse) Vecchia guardia Lewis Hamilton e Fernando Alonso, campioni del mondo in difficoltà

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