Corriere della Sera

Giarrusso: attorno a Conte vedo un cerchio tragico Ai proclami non seguono le azioni

L’eurodeputa­to M5S: «Non riusciamo a farci rispettare»

- di Emanuele Buzzi

«La verità rende liberi: MILANO questo doveva essere il principio del Movimento, ma se passiamo dal sostenere l’onestà al sostenere l’omertà, siamo finiti». Dino Giarrusso, eurodeputa­to M5S, è un fiume in piena.

Lei è stato accusato dal vice di Conte Riccardo Ricciardi di cercare visibilità.

«Mi fa ridere molto che lo dica Ricciardi. Facciamo un sondaggio: quanti conoscono Ricciardi e quanti conoscono me. Io ho visibilità grazie al mio precedente lavoro, Ricciardi se ne ha, ce l’ha grazie a una nomina dall’alto».

Ma è una scelta legittima di Conte.

«Certo. Ha nominato tutti: vice, esponenti dei comitati, e prima o poi i referenti territoria­li. Noi eravamo il partito della democrazia diretta, Conte ne parla sempre ma finora si è limitato a plebisciti: mi volete sì o no? Nessuna elezione, nessun candidato, solo nomine come nemmeno nei vecchi partiti accade».

Scusi, ma sta accusando Conte di scegliersi un suo cerchio magico?

«Lo chiamerei cerchio tragico, visti i risultati che sta ottenendo. Conte è stato un eccellente premier e in Europa ha fatto un capolavoro. Io sono smarrito perché da lui capo politico tutto mi aspettavo tranne un peggiorame­nto».

Ma cosa pensa della sua posizione sulle armi?

«La condivido! Sulle armi non possiamo accettare una escalation».

E sul no all’incenerito­re?

«Credo che sia una battaglia giusta, sacrosanta.».

E il ddl concorrenz­a?

«Guardi, il problema vero è la nostra permanenza nel governo Draghi: quello che sta facendo è contrario ai nostri valori. Non esiste che il premier parli male in Europa di una misura bandiera del partito di maggioranz­a, senza conseguenz­e politiche. A noi è successo con il superbonus, peraltro esaltato dalla Merkel: possiamo accettare questo? E su armi e incenerito­ri possiamo subire ancora?».

Scusi, ma uscire dal governo significa andare al voto in una fase delicata per il Pnrr.

«Chiarament­e bisogna fare il possibile per evitarlo in una fase delicata per il Pnrr, ma questo non significa accettare tutto, ingoiare tutto. Ci si fa rispettare: se vogliono fare delle cose su cui non siamo d’accordo non le fanno con noi, le fanno con altri. E se andiamo al voto la responsabi­lità sarà di chi ci ha costretto a lasciare il governo. Peraltro in Francia hanno appena votato e devono prendere i fondi europei pure loro. Lo hanno fatto senza paturnie. Il Pnrr lo perdiamo se lo sfruttiamo male, non se si ci si fa rispettare».

Ma lei concorda con la linea politica di Conte?

«Sulla linea politica sono spesso d’accordo con Conte. Credo però che ai suoi proclami dovrebbero seguire azioni, invece parliamo e poi votiamo tutto ciò che ci impone Draghi».

Perché si lamenta pubblicame­nte e non ne parla in privato, internamen­te al partito?

«Dopo mesi senza che Conte si degni si una risposta, è giusto rendere noto ai 120mila che mi hanno votato e a tutti quelli che mi stimano, cosa sta accadendo. Dopo il mio intervento in tv ho ricevuto anche messaggi da parte di ex ministri che mi hanno scritto: “Bravo, hai fatto bene”».

Lei è stato critico anche sul tema delle Amministra­tive.

«Guardo i fatti. Al Nord non esistiamo. Ricciardi si preoccupa di me, ma come siamo messi in Toscana? Stiamo abbandonan­do la base, un suicidio per il M5S».

Si dice che lei voglia le primarie per le Regionali in Sicilia: è un appello a Conte?

«Le primarie servono da statuto. Ma in Sicilia dal record del 2018, ora alle Comunali presentiam­o un sindaco e tre liste su 126 comuni. Cosi si mortifican­o i territori».

E quindi cosa propone? «Vorrei dire a Conte che si sta fidando di chi usa il M5S per fare i propri comodi: se continuerà a far loro spazio moriremo, per questo dico la verità senza censure».

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