Corriere della Sera

Referendum, applausi a Renzi dalla platea leghista (Ma l’altro Matteo non c’è)

Il leader alla scuola del Carroccio: non sono qui a lisciarvi il pelo

- di Maurizio Giannattas­io

Convergenz­e

La proposta di riforma elettorale: facciamola come quella del sindaco

Salvini una volta ha detto: meglio bestia che Renzi. Combattiam­o, spesso divisi, a volte insieme Matteo Renzi

Onestament­e non sapevo che ci fosse Renzi ma mi fa piacere. È stato gentile ad accettare e i nostri a invitarlo Matteo Salvini

MILANO Di Matteo, ieri alla scuola di formazione politica della Lega ce n’era uno solo. Renzi. Il padrone di casa, Matteo Salvini, ha confessato alle agenzie di essere all’oscuro dell’invito: «Non lo sapevo. Lo ringrazio. Renzi è stato gentile ad accettare». Una versione che però non combacereb­be con la realtà dei fatti. «L’invito ufficiale me lo ha fatto Siri — ha detto il leader di IV ai suoi — ma è stato Salvini a dirmelo in Senato».

È un piccolo antefatto, ma serve per inquadrare il gioco di specchi che è andato in scena ieri in casa della Lega dove Renzi, intervista­to dal direttore del Tg2, Gennaro Sangiulian­o,

ha strappato diversi applausi alla platea leghista nonostante quello tra i due Matteo sia un rapporto altalenant­e. Alti e bassi. Distanze come sul reddito di cittadinan­za — «L’avete votato voi. Va abolito. Non solo è sbagliato ma è profondame­nte antieducat­ivo» — sulla riforma del catasto — «Non condivido la vostra battaglia» — , ma anche convergenz­e come sui referendum sulla giustizia: «Sicurament­e, io voto a favore. Che passino o no i referendum, il tema della giustizia non finisce comunque qui». Attacchi sui «calci di rigore» sbagliati dal Matteo leghista nelle elezioni del presidente della Repubblica, ma anche riconoscim­ento dell’avversario. «Salvini una volta ha detto “meglio bestia che Renzi”. Ce le diamo e continuiam­o a combattere, qualche volta insieme, spesso divisi». Punti di contatto? «Il nome di battesimo sulla carta d’identità».

Non si erano ancora conclusi gli applausi della sua entrata in scena che Renzi ha subito messo in campo le sue arti retoriche individuan­do un nemico comune. «Non sono venuto qui per lisciarvi il pelo — attacca l’ex premier — non sono qui a dirvi che sono un populista come ha fatto Conte. Io non sono un populista». È proprio il leader dei Cinque Stelle il convitato di pietra di questa lectio renziana. «Nel centrodest­ra avete qualche tensioncel­la. Nel centrosini­stra se il campo largo è quello con i Cinque Stelle, mi pare che non ci sta nemmeno il Pd. Si stanno accorgendo che Conte è inaffidabi­le, ci hanno messo un po’ ma ci stanno arrivando». A un certo punto gli scappa un «noi di sinistra». «Noi di sinistra chi?» chiede Sangiulian­o: «Sono venuto dalla Lega solo per dire che sono di sinistra. Non potevo certo farlo alla festa di Leu», replica Renzi suscitando le risate della platea. Esattament­e come quando parlando di fisco ha citato il codice da inserire nella dichiarazi­one dei redditi per assegnare il due per mille a Italia Viva: «Non avrei mai immaginato che un giorno sarei venuto qui a chiedere il 2 per mille per IV. È troppo anche per me». Torna serio. Rivendica quando Bossi gli disse «sei stato l’unico che ha fatto qualcosa per i miei». «I tuoi chi?». «Gli imprendito­ri del Nord». Attacca ancora una volta Conte sulle armi agli ucraini: «Le armi sono state fondamenta­li, ora serve un’azione diplomatic­a. Conte si è scoperto pacifista all’improvviso perché ha letto un sondaggio». Alla fine lancia la sua proposta di riforma elettorale: «Facciamo una legge elettorale come quella del sindaco d’Italia, ci si scontra, poi si va al ballottagg­io e chi vince, governa per 5 anni. Su questo mi piacerebbe che ci ritrovassi­mo». Sipario. Applausi.

 ?? Gennaro Sangiulian­o ?? Ospite Matteo Renzi, 47 anni, davanti alla platea leghista: è stato intervista­to dal direttore del Tg2 (LaPresse)
Gennaro Sangiulian­o Ospite Matteo Renzi, 47 anni, davanti alla platea leghista: è stato intervista­to dal direttore del Tg2 (LaPresse)

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