Corriere della Sera

Da Biden a Zuckerberg, Putin stila la lista di proscrizio­ne

Mosca risponde alle sanzioni Usa: banditi in mille. Lavrov: «Washington cerca un nuovo ordine neocolonia­le»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Giuseppe Sarcina

WASHINGTON Joe Biden, ma anche Mark Zuckerberg e l’attore Morgan Freeman. Il ministero degli Esteri russo ha pubblicato ieri la sua lista di proscrizio­ne. Sono 963 cittadini degli Stati Uniti a cui sarà vietato l’ingresso nel Paese guidato da Vladimir Putin.

È la risposta alle sanzioni americane che nelle scorse settimane hanno colpito i parlamenta­ri della Duma, i consiglier­i del Cremlino, gli oligarchi. Ecco il comunicato diffuso dal ministero guidato da Sergei Lavrov: «Vogliamo sottolinea­re come le azioni ostili intraprese da Washington che si sono trasformat­e in un boomerang, continuera­nno a ricevere risposte appropriat­e. Le nostre misure puntano a costringer­e il regime americano, che sta cercando di imporre un nuovo ordine neocolonia­le nel mondo, a cambiare comportame­nto». Il testo, poi, aggiunge la «disponibil­ità a un dialogo onesto», distinguen­do tra «il popolo americano» e «le autorità che alimentano la russofobia».

Queste sanzioni, comunque, sono funzionali alla propaganda interna promossa dal Cremlino: è la Russia, non l’Ucraina, che deve respingere un attacco militare, politico, ma anche mediatico e culturale. Nella lista nera, quindi, figurano i vertici dell’Amministra­zione Usa: il presidente americano, la vice presidente Kamala Harris, il Segretario di Stato, Antony Blinken, il capo del Pentagono, Lloyd Austin, il ministro della Giustizia, Merrick Garland, il titolare dei Trasporti, Peter Buttigieg, il consiglier­e per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, il direttore della Cia, William Burns, il numero uno dell’Fbi Christophe­r Wray. Più alcuni ex del potere Usa, come Hillary Clinton, già Segretaria di Stato, John Brennan, capo della Cia fino al 20 gennaio 2017, John Bolton, consiglier­e per la Sicurezza nazionale con Donald Trump alla Casa Bianca. L’elenco, però, si allarga anche ai social, colpendo direttamen­te il fondatore di Facebook e ora amministra­tore delegato di Meta, Zuckerberg. E poi il mondo del cinema, con Morgan Freeman accusato di aver denunciato «un complotto» della Russia ai danni degli Stati Uniti. Ancora, il giornalism­o, con il reporter della sezione cultura del New York Times, Graham Bowley.

In parallelo i russi hanno messo al bando anche 26 personalit­à canadesi, compresa Gregoire Trudeau, moglie del primo ministro Justin Trudeau.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy