La setta e la coppia suicida
Forlì, il biglietto dei due ex dipendenti del Senato: «Cerchiamo nuove possibilità»
Marito e moglie sono stati trovati senza vita nella loro casa a Spinello di Santa Sofia, in provincia di Forlì. Uccisi con un colpo di pistola al volto. L’ipotesi è di un doppio suicidio e spunta l’ombra di una setta. Lì i seguaci di Ramtha avevano costruito abitazioni con bunker in vista della fine del mondo. E anche la coppia viveva blindata.
Quando i vigili del fuoco hanno forzato la porta della villetta a Spinello e i carabinieri sono entrati, allertati dai figli che non li sentivano da un paio di giorni, i loro due corpi erano riversi a terra senza vita nella stanza da letto al primo piano. Accanto si scorgeva una pistola, sotto il corpo di lui poi ne hanno trovata un’altra, sul comodino un post-it con un messaggio scritto al plurale e probabilmente rivolto ai figli. Nel quale si annuncia il desiderio di «trovare un luogo dove vivere in pace, dove si possono manifestare nuove possibilità».
Una scena che è apparsa subito chiara agli inquirenti, nessun giallo sulla morte di Paolo Neri e della moglie Stefania Platania. «Dal foro di uscita dei proiettili nella parte occipitale e dalla copiosa uscita di sangue dal cavo orale, si presuppone che sia siano suicidati puntandosi la pistola alla bocca» precisa il capitano Rossella Capuano, comandante della Compagnia di Meldola dei carabinieri. Si sarebbero sparati nello stesso momento. Lui aveva 67 anni, lei 65, erano romani, entrambi ex dipendenti del Senato, avevano due figli.
La villetta di Spinello, frazione montana di Santa Sofia, sull’Appennino forlivese, era la loro casa di vacanza. «Non li conoscevo direttamente — dice il sindaco Daniele Valbonesi —. Mi hanno riferito che trascorrevano qui un paio di mesi all’anno, in passato avevano avuto anche la residenza».
Avevano acquistato l’abitazione a due piani, più un sotterraneo, nel 2012, come altri in quegli anni che seguivano gli insegnamenti di Ramtha e le lezioni della «Scuola di illuminazione» che si tenevano proprio qui, in questa oasi immersa nel verde. Lontano dai mali del mondo, per chi ci credeva un posto «benedetto» per sopravvivere alla fine del mondo profetizzata per il 21 dicembre 2012. «Avevano fatto costruire un bunker nel piano interrato, allora fecero una riserva di provviste enorme» dice ancora la comandante Capuano che ha raccolto le testimonianze dei vicini.
L’indagine è coordinata dalla pm Francesca Rago, della procura di Forlì. Le due pistole erano regolarmente detenute, non è stata disposta l’autospia ma solo un’ispezione cadaverica e attualmente non si procede per istigazione al suicidio. Non sembra esserci alcun elemento che possa far pensare a qualcosa di diverso dalla scelta consapevole di due persone che avevano sempre cercato il loro posto ideale e che hanno pensato di trovarlo in questo modo.