Corriere della Sera

Il no tedesco a un Recovery fund per ricostruir­e l’Ucraina

- Di Francesca Basso

BRUXELLES La ricostruzi­one dell’Ucraina richiederà risorse ingentissi­me così come la risposta al suo fabbisogno immediato. Il Fondo monetario internazio­nale ha stimato che per il periodo aprile-giugno serviranno 15 miliardi di dollari. Non è un caso se la segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen, nel suo discorso al Brussels Economic Forum di martedì scorso ha invitato tutti i partner a «unirsi a noi per aumentare il sostegno finanziari­o all’Ucraina». Il G7 ha mobilitato per quest’anno 19,8 miliardi di dollari di sostegno al bilancio ucraino, di cui fanno parte 9,5 miliardi di dollari che costituisc­ono gli impegni recenti presi in vista della riunione di Petersberg. Tra questi 1 miliardo di euro in sovvenzion­i offerto dalla Germania. Parallelam­ente si è mossa anche la Ue e ha proposto un piano di assistenza macro-finanziari­a sotto forma di prestiti fino a 9 miliardi di euro per quest’anno, da integrare con i contributi di altri partner internazio­nali bilaterali e multilater­ali, compreso il G7. Gli Stati membri metteranno le garanzie per consentire alla Commission­e di andare sul mercato, sul modello di Sure, lo strumento per finanziare le misure antidisocc­upazione dei Paesi Ue durante la pandemia. Non si tratta quindi del modello Next Generation Eu. Su questo la Germania è stata chiarissim­a e il suo ministro delle Finanze Christian Lindner ha sbarrato la strada all’ipotesi di un Recovery fund per l’Ucraina durante la conferenza finale del G7 e lo ha ribadito ieri in un’intervista al Financial Times: «Quella è stata una decisione una tantum — ha detto —. La Germania non sostiene l’idea di ripetere l’emissione comune di debito». Non è una posizione isolata all’interno dell’Ue. La ricostruzi­one dell’Ucraina pone un problema di governance e di tipo di finanziame­nto. Ma su un punto Berlino è

Il debito

Il ministro Lindner contro l’idea di un’«emissione comune del debito». Una posizione non isolata dentro l’Unione europea

molto chiara: Kiev ha bisogno di sovvenzion­i perché non è nelle condizioni di poter rimborsare i debiti. Del resto anche il Fondo monetario internazio­nale e la Banca Mondiale stanno raccomanda­ndo di offrire sovvenzion­i all’Ucraina. In questo momento l’obiettivo è quello di mantenere a galla il Paese, permettend­o al governo di Zelensky di pagare gli stipendi, le pensioni, di far funzionare le scuole e gli ospedali. Quindi sovvenzion­i. Ancora più complicato sarà individuar­e gli aiuti a lungo termine, perché non si sa quanto durerà la guerra. La Germania è aperta all’idea di sequestrar­e le riserve all’estero della banca centrale russa, di cui sta discutendo il G7.

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Chi è Christian Lindner, 43 anni, ministro delle Finanze tedesco e presidente del Partito liberale democratic­o

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