Il no tedesco a un Recovery fund per ricostruire l’Ucraina
BRUXELLES La ricostruzione dell’Ucraina richiederà risorse ingentissime così come la risposta al suo fabbisogno immediato. Il Fondo monetario internazionale ha stimato che per il periodo aprile-giugno serviranno 15 miliardi di dollari. Non è un caso se la segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen, nel suo discorso al Brussels Economic Forum di martedì scorso ha invitato tutti i partner a «unirsi a noi per aumentare il sostegno finanziario all’Ucraina». Il G7 ha mobilitato per quest’anno 19,8 miliardi di dollari di sostegno al bilancio ucraino, di cui fanno parte 9,5 miliardi di dollari che costituiscono gli impegni recenti presi in vista della riunione di Petersberg. Tra questi 1 miliardo di euro in sovvenzioni offerto dalla Germania. Parallelamente si è mossa anche la Ue e ha proposto un piano di assistenza macro-finanziaria sotto forma di prestiti fino a 9 miliardi di euro per quest’anno, da integrare con i contributi di altri partner internazionali bilaterali e multilaterali, compreso il G7. Gli Stati membri metteranno le garanzie per consentire alla Commissione di andare sul mercato, sul modello di Sure, lo strumento per finanziare le misure antidisoccupazione dei Paesi Ue durante la pandemia. Non si tratta quindi del modello Next Generation Eu. Su questo la Germania è stata chiarissima e il suo ministro delle Finanze Christian Lindner ha sbarrato la strada all’ipotesi di un Recovery fund per l’Ucraina durante la conferenza finale del G7 e lo ha ribadito ieri in un’intervista al Financial Times: «Quella è stata una decisione una tantum — ha detto —. La Germania non sostiene l’idea di ripetere l’emissione comune di debito». Non è una posizione isolata all’interno dell’Ue. La ricostruzione dell’Ucraina pone un problema di governance e di tipo di finanziamento. Ma su un punto Berlino è
Il debito
Il ministro Lindner contro l’idea di un’«emissione comune del debito». Una posizione non isolata dentro l’Unione europea
molto chiara: Kiev ha bisogno di sovvenzioni perché non è nelle condizioni di poter rimborsare i debiti. Del resto anche il Fondo monetario internazionale e la Banca Mondiale stanno raccomandando di offrire sovvenzioni all’Ucraina. In questo momento l’obiettivo è quello di mantenere a galla il Paese, permettendo al governo di Zelensky di pagare gli stipendi, le pensioni, di far funzionare le scuole e gli ospedali. Quindi sovvenzioni. Ancora più complicato sarà individuare gli aiuti a lungo termine, perché non si sa quanto durerà la guerra. La Germania è aperta all’idea di sequestrare le riserve all’estero della banca centrale russa, di cui sta discutendo il G7.