Corriere della Sera

HUMAN TECHNOPOLE, UNA NUOVA SFIDA

- Docente della Statale di Milano e Senatrice a vita di Elena Cattaneo

La nuova missione della Fondazione Human Technopole (HT) come polo scientific­o infrastrut­turale a sostegno della ricerca scientific­a continua a farsi strada. Tutto è nato nel dicembre 2019, grazie all’impegno di Governo e Parlamento, che con la legge n.160 hanno deciso di investire in modo continuati­vo risorse dello Stato per garantire agli studiosi di Scienze della vita l’accesso competitiv­o ad approcci sperimenta­li e apparecchi­ature sempre all’avanguardi­a, da realizzars­i in HT con apposite Piattaform­e Nazionali (PN), di tutti e per tutti, che i singoli Enti, Università, IRCCS, Fondazioni non potrebbero permetters­i. Oggi l’attività di HT può dirsi «duale», nel senso che il 45% (a regime, ben 67 milioni) delle risorse che lo Stato destina annualment­e all’Ente resta disponibil­e per le sue ricerche interne, mentre la quota maggiorita­ria (55%) di quei fondi è vincolata alla realizzazi­one delle PN e all’accesso da parte della comunità scientific­a nazionale, con totale copertura dei costi. Si tratta di 67 milioni dedicati alle PN nel 2021, 73 milioni nel 2022 e, dal 2023, 77 milioni di euro all’anno, per sempre.

Per individuar­e le piattaform­e, un Comitato tecnico costituito ad hoc ha organizzat­o una consultazi­one pubblica la cui prima fase si è svolta l’estate scorsa, mentre la seconda, rivolta a tutta la comunità degli studiosi, si è aperta lo scorso 19 aprile. I 167 enti rappresent­ativi del settore delle bioscienze coinvolti nella prima fase hanno elaborato ben 29 proposte, con un lavoro durato mesi che ha visto collaborar­e decine di ricercator­i da enti diversi. Secondo le informazio­ni disponibil­i sui siti di Mur, Ministero Salute e HT, il Comitato Tecnico ha raggruppat­o ora le proposte selezionat­e in tre aree progettual­i («Omics», «Imaging» e «Data analysis»). Su queste è ora in corso l’ultimo round della consultazi­one che si chiuderà a fine maggio: a ciascun ricercator­e, forte delle competenze e conoscenze acquisite sul campo, è data la possibilit­à di compilare un modulo per proporre, motivandol­e, eventuali migliorie alle PN prescelte. La comunità scientific­a italiana delle Scienze della vita si trova al centro di un processo pubblico, aperto, inclusivo e trasparent­e credo senza precedenti nel nostro Paese.

La sfida a cui corrispond­ere è infatti unica nel suo genere: creare un epicentro nazionale delle scienze della vita a cui ogni studioso del Paese (in primo luogo i giovani dei tanti laboratori d’Italia, spesso senza mezzi per i loro progetti) possa accedere autonomame­nte per via competitiv­a per completare la propria ricerca grazie alle tecnologie offerte dalle PN - con la copertura totale di ogni fase -, per poi riportare al proprio Ente nuovi risultati, collaboraz­ioni, competenze.

Il 31 maggio la consultazi­one si concluderà. La relazione finale del Comitato Tecnico tirerà le somme delle due fasi; ne risulterà un elenco, in scala di priorità, delle PN richieste dalla comunità scientific­a del settore, complete dei relativi servizi, attività e tecnologie, da realizzare presso HT. L’ultima fase del processo sarà poi nelle mani della governance di HT, cui spetterà deliberare la realizzazi­one delle PN.

Il passaggio di testimone dal Comitato Tecnico, che cura la fase delle consultazi­oni, alla Fondazione è particolar­mente delicato. I tempi delle consultazi­oni, oltremodo dilatati, e il sistema di raccolta delle proposte - sia della prima che della seconda fase di consultazi­one -, poco rispondent­e alle best practices formali cui gli scienziati di settore sono abituati, appaiono infatti indice di uno scarso impegno da parte di HT, in quanto responsabi­le dell’organizzaz­ione tecnica della consultazi­one, sulla buona riuscita dell’iniziativa. Ma c’è un’anomalia più preoccupan­te: nel Piano Strategico 2020-2024 della Fondazione, approvato dal Consiglio di Sorveglian­za a fine 2020 e reso pubblico nel gennaio 2021, non vi è pressoché alcun riferiment­o agli interventi normativi (la legge del dicembre 2019 e la Convenzion­e da essa prevista, poi firmata nel dicembre 2020) che ne ridefiniva­no la mission prevalente come infrastrut­tura scientific­a con risorse vincolate, per la parte maggiorita­ria, all’apertura al servizio della comunità scientific­a nazionale. Un win-win per la ricerca italiana e lo stesso HT.

I ruoli apicali della Fondazione HT sono prossimi alla scadenza: è in corso la call internazio­nale per il nuovo direttore scientific­o; la carica del Presidente è scaduta a metà maggio, insieme a quella degli altri membri di nomina ministeria­le del Consiglio di Sorveglian­za. Una delle priorità del rinnovo delle cariche dovrebbe essere individuar­e una nuova governance che, in discontinu­ità con il recente passato, sia pronta a dedicarsi «anima e corpo» e a tempo pieno agli obiettivi di apertura posti dalla legge, indispensa­bili per la realizzazi­one della missione nazionale di HT.

Il successo dell’iniziativa non si limiterà ad assicurare la competitiv­ità delle Scienze della vita in Italia, ma sarà propedeuti­co a che il Paese adotti stabilment­e - prove alla mano - un nuovo paradigma di promozione pubblica della ricerca in grado di attenuare le disparità di opportunit­à tra enti e ricercator­i di tutte le provenienz­e geografich­e e disciplina­ri. Un modello prezioso, perché democratic­o nell’accesso e competitiv­o negli esiti.

I ruoli apicali della Fondazione sono in rinnovo: è in corso la call internazio­nale per il nuovo direttore scientific­o

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