Corriere della Sera

Con le mani e i piedi La differenza di Mike il peso massimo che mette ko il passato

- Di Paolo Tomaselli

Le mani sullo scudetto, un’impronta forte, da ricordare. Quella che ha fatto la differenza. Un anno fa il Milan gestiva in modo anche coraggioso l’addio a parametro zero di Donnarumma. Adesso alza il trofeo con i guantoni di Mike Maignan, il peso massimo che non ti aspetti, quello che con i suoi guantoni ha protetto la porta del Diavolo e con i suoi piedi gli ha indicato spesso la strada giusta, vedi l’assist per Leao nella sfida alla Samp. MM16 è stato uno degli uomini chiave, uno dei simboli: di sostenibil­ità economica (è costato 13 milioni più 2 di bonus) e competenza da parte della società e di leadership e talento esplosivo da parte sua.

Maignan festeggia nella strana notte milanese il suo secondo titolo dopo quello clamoroso ottenuto con il Lille lo scorso anno, proprio lui che nel Psg è cresciuto, facendo palestra da ragazzo nei battibecch­i con Ibra. Da allora il portiere con la passione del pugilato e della pizza ne ha fatta di strada, «una crescita continua, con un carattere da leader» come ha sintetizza­to il c.t. Deschamps, che ha il sostituto pronto quando capitan Lloris dirà addio alla Francia. Magic Mike si è inserito nel Milan in modo veloce e naturale «facendo mille domande, curioso di tutto» come ha raccontato Pioli. Un osservator­e, razionale ma anche istintivo come certe parate spettacola­ri, l’ultima contro Luperto dell’Empoli, e decisive.

Nelle molte vite di questa sua prima indimentic­abile annata rossonera, dal rigore parato a Salah ad Anfield, fino agli interventi chiave nel derby di ritorno su Brozovic e Dumfries, passando per quelli su Osihmen e Zapata, Maignan ha dovuto anche affrontare un rognoso infortunio al polso, ma ci ha messo metà del tempo previsto per tornare. Aveva fretta Aquila Magica, come lo chiamavano in Francia. Aveva fame e voglia di mostrare a sua madre e alle sue sorelle, che è diventato un grande. E soprattutt­o aveva voglia di divertirsi: a distrugger­e con le mani e a costruire con i piedi. Sembra facile, ma ci riescono in pochissimi. E fanno la differenza.

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