Corriere della Sera

Alessandro Costacurta, leggenda del Diavolo e opinionist­a di Sky, lo scudetto del Milan è meritato? Quando ha avuto la percezione che il Milan avesse una marcia in più? «Più forte anche degli arbitri Con la Lazio ho capito... Io terrei Ibra, serve sempre»

Costacurta: «Bravi dirigenti, va sostituito bene Kessie»

- Monica Colombo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Assolutame­nte sì. Nel corso della stagione si è rivelato più squadra rispetto alle avversarie. Nei momenti di calo, fisiologic­i in una stagione, ha saputo fornire risposte nonostante la minor qualità rispetto alle concorrent­i. Il tutto in un’annata in cui è stato il più penalizzat­o dagli arbitri».

Il gruppo ha completato il percorso verso la maturità?

«Il Milan non è una squadra perfetta, ma lo è stata più delle rivali. Di certo è molto migliorato rispetto a quando è iniziato il progetto con l’arrivo di Ibra». «La sera della vittoria a Roma contro la Lazio mi sono detto: “questo è l’anno buono”. I giocatori arrivavano da una settimana pazzesca, condita dalla tremenda delusione per la sconfitta nel derby di Coppa Italia. Eppure hanno giocato una gara sorprenden­te, mostrando grande spirito, rimontando il gol di Immobile e strappando con i denti la vittoria nel finale con Tonali. In quel momento mi sono convinto che davvero avrebbero meritato di vincere il campionato».

Uno dei momenti chiave della stagione è stato il derby del 5 febbraio?

«Quel successo l’ho considerat­o più una botta di c... La nota positiva è stata fermare l’Inter ma il gioco in quella sfida non mi era piaciuto: il Milan era stato dominato dai nerazzurri, prima della doppietta di Giroud, che nonostante l’altra doppietta che ha segnato ieri a Reggio Emilia per me resta più uomo spogliatoi­o che bomber». Quanto ha inciso Pioli?

«È uno dei protagonis­ti del successo: con l’appoggio della società ha fatto crescere la squadra, l’ha resa organizzat­a e le ha dato un gioco propositiv­o».

L’ha sorpresa la crescita come dirigente del suo amico Maldini?

«Paolo e con lui Massara e gli altri dirigenti hanno svolto un’opera straordina­ria permettend­o ai giocatori di lavorare con tranquilli­tà. Paolo ha visto in alcuni giovani un futuro in cui pochi credevano, penso a Kalulu o Theo Hernandez».

Ibrahimovi­c è al bivio della carriera.

«Io lo terrei. Perché se hai l’opportunit­à di comprare Lewandowsk­i o Scamacca, faccio un esempio, puoi fare a meno di lui ma in caso contrario Ibra ti serve sempre. Il primo anno è stato fondamenta­le, ha dato una mentalità ai giocatori. Deve solo convincers­i che non può giocare tutte le partite».

Lei che, ritirandos­i a 41 anni, sa come ci si gestisce cosa gli suggerisce?

«Io a quell’età accettavo di disputare le gare meno importanti. Lui non so se sarebbe d’accordo. Ma se i centravant­i del prossimo anno saranno solo Giroud e Origi dovrebbe rimanere. Secondo me ha la capacità di disputare ancora in una stagione 20 gare di grande livello».

Questo scudetto le ricorda uno dei suoi?

«Ovvio, quello conquistat­o nell’anno di Zaccheroni. Ci sono mille elementi in comune: non troppe aspettativ­e, avversarie nettamente più forti, tanti ragazzi e un finale in crescendo».

Il campione da inserire in rosa?

«Serve un sostituto di Kessie. Spero che sia Renato Sanches: mi piace moltissimo».

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(LaPresse) Bandiera Paolo Maldini festeggia la prima vittoria da dirigente dopo le tante conquistat­e da giocatore

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