«Bisogna subito capire il problema La Rossa va forte»
C’erano stati dei segnali d’allarme
«È stato improvviso, non c’erano stati segnali prima. Ci siamo resi conto del guasto dalla comunicazione di Charles». Mattia Binotto mantiene il solito approccio razionale, e si sforza di essere ottimista. Anche se ha appena perso la testa dei due campionati. Su che cosa abbia fermato il suo pilota mentre si trovava al comando del Gp di Spagna, non si sbilancia: «È prematuro. L’unità arriverà a Maranello(oggi ndr), sarà smontata e saranno fatti esami approfonditi». Si tratta della seconda power unit stagionale, era stata montata a Miami alla ricerca di prestazioni migliori, quindi era «fresca» e per questo è preoccupante. C’erano stati già dei campanelli d’allarme sulla tenuta dei motori Ferrari: venerdì nelle libere era saltato quello dell’Alfa Romeo di Valtteri Bottas. Ieri poi, Zhou — il cinese dell’Alfa— si è dovuto ritirare, un giro dopo Leclerc, per problemi di surriscaldamento. L’altro rischio è che la power unit del monegasco non sia recuperabile, potrebbe essere costretto a montare la quarta unità entro la fine stagione, prendendo penalità sotto forma di retrocessioni in griglia. Una possibilità che il team principal ha già messo in conto: «Il confronto fra Mercedes e Red Bull del 2021 insegna che tre power unit per un campionato sono poche. Loro sono arrivati a usarne anche sei, è normale farlo se ti giochi il titolo. Quindi non sono preoccupato da questa eventualità, si può gestire».
Il capo della Ges, pur avendo accusato il colpo, sottolinea la buona risposta degli sviluppi aerodinamici: «La macchina andava forte in tutte le condizioni. Cerchiamo di guardare il bicchiere mezzo pieno: siamo stati capaci di evolvere bene la monoposto, era una conferma importante».
Infine, parole di sostegno a Sainz: «Sono convinto che anche Carlos ci arriverà. Spetta anche a noi dargli un’auto più veloce». A Montecarlo il motore conterà molto poco: «Mi aspetto un reset, ci teniamo molto a fare bene. Per Charles, per tutti».