Corriere della Sera

Scontro fra giganti Il Giro è diventato una sfida a quattro

Carapaz favorito, ma i rivali non mancano

- Marco Bonarrigo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Salvo sorprese (nel ciclismo non mancano mai, per la gioia dei tifosi), l’assalto conclusivo al Giro d’Italia 105 che scatta domani dal Mortirolo sarà una sfida a quattro: la maglia rosa Carapaz (Ineos) contro Hindley (Bora), Almeida (Emirates) e Landa (Bahrain). Nei primi quindici giorni nessuno dei quattro (separati in classifica da soli 61”) si è mostrato nettamente superiore agli altri, tutti hanno rivelato momenti di debolezza. Il Giro 2022 è un obiettivo di enorme prestigio per gli atleti e strategico per i team, anche per questioni di vile denaro.

La Ineos, che con 50 milioni l’anno di budget è la più spendaccio­na del World Tour, ha perso gli ultimi due Tour de France e sa che con il marziano Pogacar in circolazio­ne rischia di restare a lungo lontana dalla vittoria, anche per la concorrenz­a in terra francese della Jumbo, che qui al Giro è affondata assieme al suo vacillante capitano Dumoulin. Per aggiudicar­si il secondo titolo più prestigios­o della stagione, l’ex team Sky ha deciso di spendere in Italia il suo uomo più esperto (Richard Carapaz, appunto) e uno squadrone degno della Grande Boucle. Quello della Bora-Hansgrohe di Hindley (25 milioni di budget) è un progetto interessan­tissimo: in 10 anni il team tedesco è passato da start up a colosso del World Tour. La vittoria in un grande giro (l’australian­o, che ha i numeri per riuscirci, è a 7” dalla rosa) dimostrere­bbe che la squadra è entrata nel circolo delle grandissim­e.

La Emirates (30 milioni) gira attorno a Pogacar e al Tour. Ma quella su Almeida al Giro è una scommessa su ottime basi, non di ripiego, e il portoghese (4° nel 2020, 6° nel 2021) si sta difendendo bene. Anche la Bahrain è una squadra ricca (17 milioni) ma finora ha raccolto molto di più nelle classiche di un giorno che nei grandi giri: Mikel Landa è in forma e in credito con la fortuna, la squadra araba ha ottime pedine (Bilbao e Poels su tutti) per supportarl­o.

50 milioni di euro è il budget della Ineos, la squadra più «ricca» del Giro che punta alla vittoria con l’ecuadoregn­o Carapaz

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