Scontro fra giganti Il Giro è diventato una sfida a quattro
Carapaz favorito, ma i rivali non mancano
Salvo sorprese (nel ciclismo non mancano mai, per la gioia dei tifosi), l’assalto conclusivo al Giro d’Italia 105 che scatta domani dal Mortirolo sarà una sfida a quattro: la maglia rosa Carapaz (Ineos) contro Hindley (Bora), Almeida (Emirates) e Landa (Bahrain). Nei primi quindici giorni nessuno dei quattro (separati in classifica da soli 61”) si è mostrato nettamente superiore agli altri, tutti hanno rivelato momenti di debolezza. Il Giro 2022 è un obiettivo di enorme prestigio per gli atleti e strategico per i team, anche per questioni di vile denaro.
La Ineos, che con 50 milioni l’anno di budget è la più spendacciona del World Tour, ha perso gli ultimi due Tour de France e sa che con il marziano Pogacar in circolazione rischia di restare a lungo lontana dalla vittoria, anche per la concorrenza in terra francese della Jumbo, che qui al Giro è affondata assieme al suo vacillante capitano Dumoulin. Per aggiudicarsi il secondo titolo più prestigioso della stagione, l’ex team Sky ha deciso di spendere in Italia il suo uomo più esperto (Richard Carapaz, appunto) e uno squadrone degno della Grande Boucle. Quello della Bora-Hansgrohe di Hindley (25 milioni di budget) è un progetto interessantissimo: in 10 anni il team tedesco è passato da start up a colosso del World Tour. La vittoria in un grande giro (l’australiano, che ha i numeri per riuscirci, è a 7” dalla rosa) dimostrerebbe che la squadra è entrata nel circolo delle grandissime.
La Emirates (30 milioni) gira attorno a Pogacar e al Tour. Ma quella su Almeida al Giro è una scommessa su ottime basi, non di ripiego, e il portoghese (4° nel 2020, 6° nel 2021) si sta difendendo bene. Anche la Bahrain è una squadra ricca (17 milioni) ma finora ha raccolto molto di più nelle classiche di un giorno che nei grandi giri: Mikel Landa è in forma e in credito con la fortuna, la squadra araba ha ottime pedine (Bilbao e Poels su tutti) per supportarlo.
50 milioni di euro è il budget della Ineos, la squadra più «ricca» del Giro che punta alla vittoria con l’ecuadoregno Carapaz