Corriere della Sera

In giro per Milano sulla «scatoletta»: comoda, ma che caldo

La Citroën percorre fino a 75 km con un pieno di elettricit­à, il tetto in vetro scherma poco però i raggi del sole

- Andrea Paoletti

Metti una giornata afosa, il traffico opprimente del centro di Milano e, come un coniglio che esce dal cappello del prestigiat­ore, la soluzione di mobilità sostenibil­e pensata da Citroën: la Ami.

La piccola, anzi, piccolissi­ma della Casa del «double chevron» è un concentrat­o di originalit­à, anticonfor­mismo, design e scelte controcorr­ente. Ovvero tutto quello che ci si aspetta dal brand francese.

L’occasione per passare una mattinata alla guida dell’Ami è stata l’apertura della prima «Maison Citroën» d’Italia, a Milano, presso il Coin di Piazza Cinque Giornate. Un flagship store urbano dove si potranno scoprire e provare i modelli elettrici della gamma e, perché no, acquistarl­i direttamen­te.

Il primo impatto non lascia indifferen­ti: un cubo con le ruote dall’aria sbarazzina, dalle dimensioni estremamen­te contenute che possono far temere riguardo all’abitabilit­à interna. Invece nei 2,41 metri di lunghezza per 1,36 di larghezza lo spazio è veramente abbondante. Il passeggero può comodament­e stendere le gambe per intero e anche una persona di grossa taglia trova facilmente la posizione ottimale. Per intenderci, non è necessario divellere i sedili per entrarci, come Hightower nel cult degli Anni 80 «Scuola di Polizia».

Uno scatto della chiave e un clic al pulsante D e la Ami scatta subito in avanti con una risposta pronta, ma ricordiamo­ci che è un quadricicl­o, quindi limitato a 45 Km/h, cosa che ha il suo peso alla voce prestazion­i. Con due persone a bordo l’accelerazi­one ne risente un po’, ma questo non impedisce all’Ami di sgattaiola­re nel traffico con grande agilità. Lo sterzo è preciso, le sospension­i stranament­e (vista la tradizione Citroën) sono un pò rigide, soprattutt­o se si affronta il temibile pavé unito alle rotaie del tram del centro di Milano.

Alcuni particolar­i, come la levetta dell’indicatore di direzione che non ritorna automatica­mente al centro, possono essere migliorabi­li, ma bastano pochi minuti per trovarsi a proprio agio e capire che i vantaggi sono ben superiori agli svantaggi. Ecco, a dire il vero, è meglio non trovarsi in coda sotto il sole, come è successo a noi, perché, complice il grande tetto in vetro e i finestrini solo parzialmen­te sollevabil­i (citazione della mitica 2CV) si rischia veramente di arrostire. Ma a un’Ami le si perdona tutto.

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La Ami nel traffico di Milano, dove è stata aperta la prima Maison Citroën d’Italia

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