Corriere della Sera

La propaganda e il calcolo (impossibil­e) del numero di morti

- L’analisi di Lorenzo Cremonesi

Come ogni guerra che si rispetti, anche quella tra Russia e Ucraina è caratteriz­zata dall’impossibil­ità di definire con ragionevol­e certezza il numero delle vittime. Non vi è nulla di strano in ciò: si tratta di un dato fondamenta­le per comprender­e l’andamento del conflitto, i comandi avversari usano ogni mezzo pur di conoscere le perdite del nemico e gonfiare o diminuire i numeri fa parte integrale del lavoro delle due rispettive propagande. Sin dai primi giorni seguenti l’attacco russo verso Kiev all’alba del 24 febbraio, i portavoce ucraini raccontaro­no che le perdite russe erano enormi, certo molto più gravi delle proprie, e questo dato veniva confermato dal Pentagono a partire dagli inizi di marzo. A metà marzo Kiev parlava di oltre 10.000 soldati russi morti e circa il triplo feriti o disertori. Il 25 dello stesso mese Mosca confermava invece 1.351 deceduti, oltre a 3.825 feriti. Restava però sconosciut­o il numero delle vittime tra i combattent­i ucraini. Sino al 16 aprile, quando Mosca parlò di 23.367 nemici uccisi. I russi ammisero solo poche decine di vittime a seguito dell’affondamen­to della Moskva, la nave ammiraglia della Flotta del Mar Nero, mentre gli esperti di cose militari ucraini sospettava­no la morte di oltre 300 marinai. Un’altra accusa ben propaganda­ta da Kiev è stata che i russi cercavano in tutti i modi di nascondere l’entità reale delle proprie perdite, tanto da utilizzare «forni crematori mobili» nella zona di Mariupol e addirittur­a abbandonar­e i propri caduti in vagoni frigorifer­o, che a loro volta gli ucraini fotografav­ano a scopi di propaganda, facendo di tutto per determinar­e le identità dei morti e comunicarl­e ai social russi. Nelle ultime ore, preoccupat­o dallo stallo sul fronte del Donbass, lo stesso Zelensky ha parlato di una media di morti quotidiani tra le sue truppe che oscillereb­be tra 50 e 100: al peggio sarebbero 9.000 in tre mesi. Allo stesso tempo, gli alti comandi di Kiev parlano di 30.000 caduti russi. Nella confusione di cifre si aggiungono quelle delle vittime civili. Il Commissari­ato Onu per i diritti umani conferma 8.462 civili, di cui 3.930 uccisi e 4.542 feriti dal 24 febbraio, ma ammette anche che «i numeri reali potrebbero essere molto più alti».

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