LA RAGIONE E IL TORTO NON SONO IL BENE E IL MALE
La sua lettera è un capolavoro di capziosità, che diventa evidente quando lei cita come in un elenco «le brigate criminali comuniste a Porzus o quelle collaborazioniste con gli occupanti titini», quando si tratta della stessa cosa. Stalin è stato un criminale, e il comunismo una tragedia. Ma nel momento in cui Hitler attaccò l’Unione Sovietica, con cui si era spartito la Polonia, Stalin divenne un alleato delle democrazia occidentali. Finita la Seconda guerra mondiale, dopo che Hiroshima e Nagasaki — un’altra tragedia — avevano indotto il Giappone alla resa, cominciò la resa dei conti tra le democrazie occidentali e il comunismo sovietico, per buona sorte conclusasi nel 1989 con la vittoria dell’Occidente.
Non starò a ripeterle, gentile signor Scuderi, che la parte sbagliata era quella che mandava gli ebrei europei — compresi quelli italiani — ad Auschwitz, e la parte giusta era l’altra (ne «La vita è bella» si vede una bandiera americana, ma Auschwitz fu liberata dall’Armata Rossa: pensi lei quanto è complicata la storia). Escludo che ci sia qualche persona sana di mente che preferirebbe oggi marciare al passo dell’oca, dopo aver eliminato dalla faccia della terra gli ebrei, i popoli slavi, gli omosessuali, i bambini Down: il programma di Hitler era quello, e non rimasero solo parole.
Quel che mi sembra interessante, e attuale considerata anche la guerra in Ucraina, è che la divisione tra la parte giusta e la parte sbagliata non coincide necessariamente con quella tra il Bene e il Male, che sono categorie ideali, non umane. Tra i resistenti ucraini ci saranno senz’altro persone di animo malvagio, mentre tra gli aggressori russi ci sono senz’altro diciottenni spauriti che muoiono invocando la mamma (lo fanno quasi tutti gli esseri umani, buoni e cattivi). Ciò non toglie che i resistenti ucraini abbiano ragione, e gli aggressori russi torto.