E anche Berlusconi saltella con i tifosi: «Che nostalgia»
Silvio Berlusconi smette le vesti di leader di Forza Italia e si cala nei panni di capo della curva. Invitato d’onore alla festa del Milan per celebrare il diciannovesimo scudetto atteso undici anni, il presidente più vincente della storia del Diavolo, si affaccia sulla terrazza dell’Arengario, in piazza Duomo. Dopo aver salutato con le braccia incrociate sul petto la folla osannante, già radunatasi in ampio anticipo in attesa del pullman della squadra, Silvio saltella. «Chi non salta nerazzurro è». E con lui a fianco non si sottrae ai balzelli anche Adriano Galliani, un altro pezzo di vecchio Milan.
«Certo che ho nostalgia, e anche tanta» sospira il Cavaliere prima di infilarsi nel ristorante che ospita il party rossonero. «Sono felice, del resto sotto la mia gestione abbiamo conquistato otto scudetti. Ora c’è una squadra giovane che può conseguire risultati importanti per porre le basi per il futuro». Vestito di blu, con camicia scura è accompagnato dalla fidanzata Marta con i capelli raccolti e un abito nero a fiori. «Che bello poter festeggiare un altro scudetto, il Milan è una parte del mio cuore» commenta Silvio.
Non è l’unico membro della famiglia Berlusconi a essere presente. Un fil rouge unisce Arcore al Diavolo. La terzogenita Barbara, dopo aver celebrato sui social, lo scudetto non lesina parole di encomio per gli obiettivi conquistati dal fondo Elliott. «Ho molto stimato il lavoro svolto dalla società. Programmazione, conti sotto controllo, l’organizzazione dello scouting». E poi ovviamente il piano del nuovo stadio. «È stata la mia battaglia, ho sempre tenuto moltissimo a quel progetto. E ora spero di ricevere un’altra bella notizia in settimana dal Monza». Sull’argomento Adriano Galliani, già in trance agonistica per le finali playoff con il Pisa, è abbottonatissimo: la scaramanzia impera. In compenso l’ex dirigente rossonero celebra il primo titolo conquistato dopo l’epopea berlusconiana con egual trasporto. «Ho il Milan nell’anima e non festeggio ora di meno rispetto a quando ero ad. Sono stato tanto tempo nel board dell’Armani jeans, ma anche ora che ho lasciato l’incarico esulto come un tempo. Anche se ho le gambe sifule... Del resto i dirigenti passano ma il Milan resta». Poi aspettando la squadra che, in piazza Duomo giunge in mezzo a una bolgia infernale alle 22.30, arrivano tanti amici del Milan, da Demetrio Albertini a Daniele Massaro. Da Licia Ronzulli all’architetto Fabio Novembre passando per i cantanti Ernia e Rkomi. Insuperabile come questo Milan.
Sono felice, del resto sotto la mia gestione ne abbiamo vinti otto. Ora c’è una squadra giovane che può conseguire risultati importanti anche in futuro