Paulo: «Futuro da decidere» Zanetti e Totti se lo coccolano
«Paulo ti aspettiamo. Amala». Uno striscione il primo abbraccio di San Siro a Dybala: applausi e luci, un’ovazione appena entra in campo. È la stella dell’Integration Heroes Match, la partita di beneficenza contro ogni forma di discriminazione organizzata da Samuel Eto’o. Gioca circondato da campioni che furono, lui che oggi è in vetrina. Ha scelto il numero 21, anche perché con il 10 alle sue spalle c’è un certo Francesco Totti. Che, per ora da tifoso, continua a chiamarlo: «Dargli la 10 della Roma? Certo, dipendesse da me volentieri». Un altro ex capitano, Javier Zanetti, lo ha abbracciato in una sorta di benvenuto. L’Inter vuole chiudere per Dybala entro una decina di giorni, ma nel caldo di San Siro Paulo si nasconde. «Sono contento di essere qui, ho parlato con tante persone — dice l’argentino —. Bello quello che ha detto Totti, ma devo ancora decidere per il mio futuro». Non è solo sua la scena, c’è un messaggio da ribadire, sensibilizzare i tanti bambini e ragazzi che guardano i loro campioni dagli spalti, con le maglie appicciate addosso per il caldo. «Il razzismo è per coloro che non si danno il tempo di conoscere gli altri e che si credono superiori — dice Eto’o —. Abbiamo il dovere di migliorare la società, a prescindere da quale parte del mondo veniamo». Ha invitato tanti amici l’ex attaccante dell’Inter, oggi 41 anni: alcuni compagni del Triplete (Julio Cesar, Materazzi, Chivu, Maicon, Zanetti, Cambiasso, Sneijder), avversari di un tempo (Pirlo, Inzaghi, Sheva, Seedorf, Boban, Gilardino), Thuram, l’ex Juve che sul razzismo ci ha scritto un libro, «Il pensiero bianco». C’è anche Onana, camerunense come Eto’o, dalla prossima stagione all’Inter: «Per me è tra i primi tre portieri al mondo», dice Samuel. Diventerà compagno di squadra di Dybala, l’Inter ci spera. Nonostante Totti.