Corriere della Sera

Bonomi: «Il mio impegno con Zelensky su rinnovabil­i, meccanica e alimentare»

- di Federico Fubini

Non è un caso, se Carlo Bonomi è stato il primo leader di un’associazio­ne di imprese d’Europa occidental­e a visitare Volodymyr Zelensky. Nell’élite di governo di Kiev non è passato inosservat­o il fatto che l’Italia abbia sostenuto per prima, fra i Paesi fondatori, l’idea di riconoscer­e l’Ucraina come candidata all’ingresso nell’Unione Europea. In realtà l’incontro del presidente di Confindust­ria con il leader ucraino era in discussion­e da tempo e il viaggio del premier Mario Draghi a Kiev era l’ultimo passaggio per il via libera.

Bonomi a Kiev ha sottoscrit­to con il governo ucraino un memorandum sulla ricostruzi­one — ha detto il leader di Confindust­ria — «che fissa i presuppost­i per l’impegno delle filiere industrial­i italiane». Al Corriere il presidente di Confindust­ria indica tre aree dalle quali la collaboraz­ione potrebbe partire: «Energie rinnovabil­i, meccanica e settore agroalimen­tare». Ma aggiunge Bonomi: «Tutta l’industria italiana è disponibil­e a fare il necessario, dato che il processo di pace deve passare per la ricostruzi­one». Il memorandum fra governo ucraino e industria italiana non entra nei dettagli, ma le esigenze del Paese sono enormi e lo è anche il portafogli­o di possibili settori coinvolti. L’Ucraina ha bisogno di imprese competenti nella realizzazi­one di siti industrial­i e nelle infrastrut­ture, di gruppi che aiutino nel realizzare un registro digitale della ricostruzi­one e anche di mezzi per lo sminamento del Mar Nero. Il sostegno del governo italiano a Kiev, considerat­o in Ucraina più netto di altri in Europa, rende più facile che le imprese del Paese siano coinvolte. Bonomi vede un partenaria­to industrial­e di tre tipi: «All’interno di progetti speciali europei, di progetti nazionali nel rapporto diretto fra governi e sia in forma di cooperazio­ne congiunta diretta fra imprese e filiere industrial­i italiane e ucraine».

Restano però degli ostacoli e non solo perché la battaglia del Donbass continua. A Kiev si è consapevol­i dell’idea, diffusa al Cremlino, di continuare a lungo il lancio di missili sull’Ucraina proprio per scoraggiar­e le imprese estere dal partecipar­e alla ricostruzi­one. Vladimir Putin vuole fare dell’Ucraina uno Stato fallito e non cederà facilmente. Ci sono poi delle rassicuraz­ioni che Bonomi stesso avrà dovuto dare a Kiev, dove si dev’essere notato come al recente summit economico di San Pietroburg­o, con Putin, hanno preso la parola con entusiasmo due italiani: Alfredo Gozzi a nome di Confindust­ria Mosca e Vicenzo Trani per la Camera di Commercio italo-russa. Dei 39 grandi marchi italiani in Russia, 16 rimangono nel Paese. Vista dagli uffici centrali di Roma, Confindust­ria Mosca appare oggi come un’entità separata che usa il nome dell’associazio­ne senza alcun controllo. Per Bonomi la prova della verità — anche nei rapporti con Kiev — sarà mostrare che quell’ufficio di Mosca presto verrà chiuso o ristruttur­ato.

 ?? (Ap / Imagoecono­nica) ?? A Kiev Ragazze che danzano vicino a un edificio distrutto a Borodyanka, alla periferia di Kiev. Nel tondo Volodymyr Zelensky e Carlo Bonomi
(Ap / Imagoecono­nica) A Kiev Ragazze che danzano vicino a un edificio distrutto a Borodyanka, alla periferia di Kiev. Nel tondo Volodymyr Zelensky e Carlo Bonomi
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy