Corriere della Sera

«J. Lo» accoglie la figlia sul palco col pronome neutro

- Irene Soave

L’equivalent­e italiano non sarebbe proprio «loro», meglio semmai «l*i» o «l i»: il «they» inglese, riferito a una persona sola, indica che è di genere non binario. Non si riconosce, cioè, nei pronomi maschili (he/him) né in quelli femminili (she/her). Così, con «they», Jennifer Lopez si è riferita alla figlia Emme Maribel Muñiz, 14 anni, in un duetto sul palco del Blue Diamond Gala, indetto dalla squadra di baseball losangelin­a dei Dodgers.

«They», cioè «l*i», ha annunciato la superstar, «sono i miei partner di duetto preferiti [per praticità di coniugazio­ne, noi trascrivia­mo lo stesso «loro», ndr]. Chiedo sempre loro di cantare con me, ma non lo fanno quasi mai. Questa è un’occasione speciale. Loro sono molto occupati e costosi. Ma valgono ogni centesimo», e sul palco, in tuta fuxia e microfono arcobaleno, si presenta Emme Maribel, una dei due gemelli avuti nel 2008 con il cantante Marc Anthony. «L’ultima volta che ci siamo esibite insieme era in uno stadio grande come questo», ha continuato mamma J. Lo. Ed era il 2020; lo show era quello dell’intervallo del Superbowl, Emme Maribel non aveva ancora 12 anni e il suo aspetto era quello di una bambina che si identifica­va con una bambina: mossette, abitino bianco, chignon.

Da un anno invece le foto che circolano di Emme la ritraggono con abiti larghi e corti ricci neri. Insieme hanno cantato la hit Thousand Years di Christina Perri; l’evento, le cui foto J. Lo ha condiviso su Twitter, ha raccolto 3,6 milioni per beneficenz­a, e i video sono virali. Ma non solo per la musica.

La scelta di definirsi con pronomi non binari, in epoca di identità di genere fluida, è sempre meno rara: per il dizionario americano Merriam-Webster «they» era già la parola dell’anno nel 2019 (nel 2018: «giustizia». Nel 2017 post-meToo: «femminismo»). E i 334 linguisti che formano l’American Dialect Society avevano già definito «they» parola del 2015. Del resto la « », che consente di crearne gli equivalent­i in lingua italiana, è comparsa in quasi tutti gli smartphone.

Anche nello star system ci sono precedenti: la supermodel­la Emily Ratajkowsk­i, a ottobre 2020, annunciò la sua gravidanza in un lungo articolo in prima persona su Vogue, in cui dichiarava che il genere del nascituro (alla nascita poi biologicam­ente maschio, registrato all’anagrafe come Sylvester Apollo) l’avrebbe dichiarato lui stesso solo quando avesse compiuto 18 anni.

J Lo, 52 anni, è forse all’apice della carriera: il successo del documentar­io sulla sua vita Halftime su Netflix e il ritorno di fiamma con l’amatissimo ex Ben Affleck ripercorro­no le tappe del suo sfolgorant­e passato. Al futuro ci pensa la figlia Emme, sostenuta dalla mamma e da generazion­i di nuovi fan coetanei, non a disagio coi pronomi.

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Sul palco Un momento del duetto tra J. Lo e la figlia Emme Maribel, di genere non binario

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