Bochicchio, la conferma del Dna «Quello è il corpo del broker»
Roma, i racconti delle minacce nell’ultimo interrogatorio. La moglie: gente brutta
ROMA L’analisi del Dna sul corpo conferma: l’uomo bruciato nel rogo della moto sulla via Salaria, a Roma, è il broker dei vip Massimo Bochicchio. Per i risultati degli esami medico legali, invece, si dovrà attendere 60 giorni, dopodiché il pm Andrea Cusani potrà disporre altri accertamenti. Nel frattempo va avanti la ricostruzione dei fatti e l’analisi di computer e telefonini sequestrati dopo l’incidente di domenica scorsa. Si indaga per istigazione al suicidio.
Negli ultimi tempi Bochicchio era spaventato. Inseguito dai debitori, incalzato dagli investigatori, stava lentamente capitolando. Nell’ultimo interrogatorio reso al gip romano Corrado Cappiello, il broker affronta il tema delle minacce e delle pressioni. Il gip gli contesta un’intercettazione che riguarda «una conversazione di sua moglie, nel periodo in cui lei è stato all’estero, dopo la sentenza inglese, a settembre-ottobre in cui si fa riferimento a “gente brutta brutta”». Risposta del broker: «Allora mia moglie ha avuto una percezione, poi non è che la ritengo brutta, perché non è brutta. Purtroppo le persone quando ci sono i soldi di mezzo, io ho imparato nella mia vita dopo trent’anni di professione, perdono la ragione».
Colpa del denaro dice Bochicchio. Che di miliardi, come spiega in premessa, ne ha visti molti («Ho guadagnato nella mia vita decine di milioni di euro», ammette). Il broker va avanti, approfondendo la questione: «Franco Saviotti che è il segretario personale e braccio destro di Rodolfo Errani (suo socio, ndr) da 30 anni... che chiama mia moglie con la velata minaccia, lei deve capire che noi non ci siamo mai trovati in una situazione del genere. Io non ho neanche una multa non pagata in vita mia e mi ritrovo in una situazione...». Il segretario personale del socio era divenuto offensivo, minaccioso, ma Bochicchio, benché provato, si sforza di trovare una spiegazione: «Se quelle sono le persone brutte signor giudice cioè stiamo parlando del segretario del mio socio da 30 anni, mi ha mandato una mail che le faccio vedere dove mi scrive “pezzo di m... quando arriva il trasferimento?”».
In quel momento il broker deve difendersi dall’accusa di riciclaggio ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria e tenta di ridimensionare il proprio percorso di intermediario nella City londinese: «Cioè una persona che vuol fare riciclaggio non apre il conto a Londra. Non è mai successo nella storia, non va a Londra. A Londra ci vanno per un solo motivo quelle società, perché se pagano le tasse come società, la tassa come società in Inghilterra in questo momento è il 21 per cento l’aliquota massima, l’unico vantaggio che esiste nell’attività del Regno Unito è per le società sulle tasse che pagano annualmente...». È la sua difesa e il broker, assistito dal difensore Gianluca Tognozzi, si sforza di autoassolversi anche sul fronte dei debiti.
Lo cercano per i capitali mai restituiti? Ebbene su quei capitali, dice Bochicchio, non si è fatta chiarezza. «Torniamo alla domanda — invita il gip — non sono stato soddisfatto della sua risposta, forse non l’ho capita». E Bochicchio replica: «Glielo spiego a cosa mi riferivo prima, alle quattro posizioni del mondo del calcio, perché erano 4 di cui 2 a mio giudizio erano perfettamente in regola. Le dico i nomi Luca Bascherini (il procuratore sportivo, ndr) e Antonio Conte (l’ allenatore, ndr), a mio giudizio due persone in regola, ma non con me o con la gestione, ma nelle loro vicende personali che sono, penso, facilmente riscontrabili».
Con i magistrati Bochicchio affronta poi la questione di quanti avrebbero evaso il fisco. Ribadisce di non aver riciclato per conto dei suoi clienti, tra i quali Paolo Barberini ex presidente della Federdistribuzione.