Corriere della Sera

Siccità, allarme per l’agricoltur­a «Si rischia 1 miliardo di danni»

Le Regioni chiedono lo stato di emergenza. «In Lombardia finita l’acqua per i campi»

- Claudia Voltattorn­i © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nel Distretto del fiume Po e quello dell’Appennino centrale, il Dipartimen­to della Protezione civile registra le situazioni più gravi causate dalla siccità per «precipitaz­ioni al di sotto delle medie del periodo e temperatur­e superiori alle medie stagionali». Ma è quasi tutta l’Italia a continuare a soffrire la carenza di acqua. Non piove e le temperatur­e non accennano a calare mentre la soglia di allerta cresce. Le Regioni oggi incontrano il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio per definire gli interventi da mettere in campo e non si esclude un tavolo con il governo già entro la fine della settimana. La richiesta dei governator­i all’esecutivo resta quella di dichiarare lo stato di emergenza nazionale che permetta così alle Regioni di prendere provvedime­nti in maniera più rapida.

Stop e divieti

E intanto però sul territorio aumentano razionamen­ti e divieti, inclusi inviti a non sprecare e stop notturni. In Piemonte, la regione più colpita, sono oltre 200 i Comuni ad aver deciso limitazion­i. E anche i parchi acquatici hanno paura, tanto da proporre di utilizzare l’acqua di mare per evitare razionamen­ti o chiusure anticipate.

Allarme agricoltur­a

Ma è l’agricoltur­a a destare le maggiori preoccupaz­ioni. In questi giorni, spiegano gli addetti del settore, si decidono i raccolti dell’anno. La CiaAgricol­tori italiani calcola che i danni complessiv­i potrebbero superare il miliardo di euro, solo nel bacino del Po è a rischio il 50% della produzione agricola, e se per mais e soia già si calcola un calo del 50% (già in difficoltà per la guerra in Ucraina), per altri frutti e verdure la coltivazio­ne potrebbe non partire. In Lombardia l’Enel ha lanciato l’allarme: «L’acqua è finita — ha spiegato Giovanni Rocchi di Enel Green Power, in audizione in Regione —: tutta la disponibil­ità è stata impiegata per coprire le necessità del comparto agricolo nei prossimi 10 giorni, è stato fatto il possibile». Il governator­e lombardo Attilio Fontana assicura che «per ora» non ci saranno razionamen­ti dell’acqua per usi civili — «ora stiamo intervenen­do per risolvere i problemi degli usi agricoli» —, ma l’assessore a Enti locali e Montagna Massimo Sertori è chiaro: «Se il raccolto dovesse andare in malora, saremmo pronti a chiedere lo stato di calamità». Il governator­e del Piemonte Alberto Cirio chiede al governo immediati sostegni all’agricoltur­a: «Le colture sono in una fase cruciale: l’acqua così come le misure straordina­rie servono ora». E chiede più fondi per nuovi invasi: «Da mesi lavoriamo per la realizzazi­one di piccoli invasi in grado di poter rilasciare acqua in casi di emergenza, bisogna accelerare e destinare ingenti risorse, dal Pnrr, fino a 4 miliardi di euro, oggi sono 400 milioni».

In Emilia-Romagna è stato dichiarato lo stato di crisi regionale e i Comuni sono invitati ad emettere ordinanze locali per il risparmio idrico: «Non è il momento di lavare l’auto», dice l’assesssore all’Ambiente Irene Priolo. Il Po è sceso di 8 metri e l’acqua del mare — il cosiddetto cuneo salino — continua ad avanzare con rischi anche per l’acqua potabile. Ieri per mancanza di acqua, Enel Green Power ha dovuto spegnere temporanea­mente le turbine della centrale idroelettr­ica di Isola Serafini di San Nazzaro, nel piacentino.

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