La disfida del biliardino «Ora lo tassano come le slot»
Ibalneari sono sul piede di guerra. Il «nemico»? L’agenzia delle Dogane. Contestano la tassa e le multe in arrivo per poter continuare a tenere il biliardino nel proprio stabilimento. Tutto nasce da alcune norme dell’Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli, entrate in vigore fra maggio e giugno, il cui obiettivo è regolamentare l’ambito dei giochi negli esercizi pubblici distinguendo quelli che prevedono vincite in denaro da quelli che non le prevedono. Per l’agenzia delle Dogane, l’imposta esiste da 20 anni e niente sarebbe cambiato nella regolamentazione. Anzi: per poter usare il calcio balilla basterebbe ora un’autocertificazione. «Ma le multe sono già partite — lancia l’allarme Antonio Capacchione presidente di Sib, Sindacato Italiano Balneari, che riunisce 10 mila stabilimenti —. Siamo alla follia: il calcio balilla come il videopoker». Per Capacchione, «tutti sono tenuti a denunciare all’agenzia delle Dogane calcio-balilla, ping pong e flipper, anche se gratuiti, e si deve attendere l’autorizzazione per l’esercizio. Per ogni biliardino la sanzione è di 4 mila euro». Una stangata. Così è partito il tam tam sui social e sulle spiagge, con i titolari degli stabilimenti pronti a togliere il gioco pur di non incappare in una sanzione. Questa norma, aggiunge Sib, tocca «anche gli oratori e le associazioni no profit». Tenta di chiarire il direttore generale dell’Agenzia, Marcello Minenna: «L’imposta esiste già per chi mette i biliardini nei propri esercizi e versa da quasi 20 anni un fisso, una decina di euro al mese. Ma non è stato dato mandato agli uffici ispettivi di effettuare verifiche perché siamo in un periodo transitorio».