Corriere della Sera

La nuova vita di Capanna: «Coltivo 200 ulivi e sono felice»

Il libro dell’ex leader studentesc­o del ’68: elogio dell’olio che produce nel suo villaggio in Umbria

- Carlotta Lombardo

Mario Capanna oggi coltiva pomodori Ogm-free in quello che chiama il suo «campo». Tre ettari scarsi sopra il suo villaggio natio dove ha piantato piante tartufigen­e, molti cipressi, un dignitoso frutteto, un orto rigoglioso, decine di piante di rosmarino e lavanda e, soprattutt­o, un magnifico uliveto dal quale ricava un olio pregiatiss­imo. Ci sono anche tre alveari. La strada del nuovo corso della vita dello storico leader di Democrazia proletaria e icona delle lotte studentesc­he del Sessantott­o porta nella campagna della periferia di Città di Castello, a Badia di Petroia, in Umbria, al confine con la Toscana e le Marche dove da qualche anno si è ritirato per produrre l’«oro liquido» della terra: l’Evo. All’olio extravergi­ne d’oliva, il presidente onorario della Fondazione Diritti Genetici — istituzion­e sociale di ricerca, formazione e comunicazi­one sulle biotecnolo­gie — ha dedicato l’ultima fatica letteraria Evo. La magia dell’ulivo e dell’olio, ora in libreria per Inschibbol­eth. Una sorta di diario intimo che comincia con la «scoperta» dell’ulivo per poi spaziare tra mitologia, storia, poesia e vita vissuta.

«Ho cominciato a piantare ulivi nel 1990, un anno dopo il crollo del Muro di Berlino. Volevo dare vita a qualcosa che dura nel tempo — racconta —. L’ulivo puoi bruciarlo, addirittur­a tagliarlo e smembrarlo ma è inarrendev­ole e ricaccerà sempre i suoi polloni. Oggi ho 200 magnifiche piante. Quando le guardo e le accudisco, mi sento felice».

La giornata di Capanna è scandita da una routine ormai consolidat­a. Dedica la mattina all’agricoltur­a, il pomeriggio e la sera fino a tarda ora alla riflession­e, allo studio, alla lettura e alla scrittura. «Ho un trattore, l’aratro, la zappatrice, la falciatric­e... Mi faccio aiutare solo per la raccolta delle olive, che va fatta con speditezza perché cominciano a fermentare dal momento in cui si staccano dall’albero e per avere un buon olio andrebbero macinate la sera stessa, dopo la raccolta. Per il resto faccio tutto da me — continua —. Arrivo a sera stanco morto ma è una stanchezza sanissima e dormo il sonno di chi è in pace».

L’Evo, è un «vaccino» naturale contro un’infinità di malattie. Capanna ne esalta le virtù («non è solo un condimento ma un alimento nutraceuti­co con effetti positivi sul mantenimen­to della salute e sulla prevenzion­e delle malattie», dice) e la capacità di vivere in equilibrio con le altre piante. «Nel 2018 la natura mi ha riservato una bella sorpresa — ricorda —. Una grande zucca cresciuta su un ulivo: uno splendido esempio di simbiosi e di come le piante si cerchino e abbiano bisogno le une delle altre. Non è questo il simbolo dei rapporti che dovrebbero esserci fra persone, popoli e nazioni?».

Diario intimo

Il volume spazia dalla mitologia alla poesia, fino ad arrivare ai racconti personali

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