Corriere della Sera

CINA E MOTORI GIOIE E DOLORI PER ELON MUSK

- Il corsivo del giorno di Guido Santevecch­i

Cina e motori, son gioie e dolori (per Elon Musk). Le vendite cinesi nel 2021 hanno generato 13,8 miliardi di dollari, un quarto del fatturato di Tesla, colosso delle auto elettriche. Ma recentemen­te Pechino ha cominciato a imporre una serie di regole stringenti sulla raccolta di dati utilizzati per la ricerca e sviluppo di vetture che somigliano sempre più a cervelli elettronic­i montati su quattro ruote. Tutto in nome della privacy, spiegano i mandarinir­egolatori. Ultimo caso: la polizia di Beidaihe ha deciso che dall’1 luglio al 31 agosto le Tesla non potranno circolare in città. «Questione di affari nazionali», ha riferito un ufficiale della Brigata del traffico alla Reuters. Non è un posto qualunque Beidaihe, località di mare 300 chilometri a Est di Pechino: i capi del PartitoSta­to ci vanno in ferie estive. Sono vacanze di lavoro: molte decisioni che hanno dettato la rotta della Cina sono state prese all’ombra di Beidaihe, in segretezza maniacale. Quest’anno si prepara il XX Congresso del Partito comunista (sarà in autunno), appuntamen­to quinquenna­le che servirà a dare a Xi Jinping un inedito terzo mandato da segretario generale. Ma perché mettere al bando proprio le vetture elettriche costruite nella megafabbri­ca di Shanghai dalla casa automobili­stica americana di Elon Musk? Pare che a preoccupar­e i servizi di sicurezza siano le sofisticat­e apparecchi­ature di assistenza alla guida montate sulle Tesla, dalle telecamere ai sensori che aiutano il conducente nelle fasi di parcheggio o addirittur­a lo sostituisc­ono nella nuova tecnologia «autopilot». Musk dice che ogni informazio­ne presa in strada finisce in banche dati cinesi. Ma per precauzion­e l’Esercito popolare di liberazion­e nel 2021 ha proibito alle Tesla l’ingresso nelle sue strutture. E a giugno la polizia di Chengdu ha fermato le Tesla per un paio di giorni, in concomitan­za con una visita in città di Xi. Eccesso di privacy o accaniment­o verso un concorrent­e americano delle Case cinesi?

«Come un blob informe, l’asfalto invade i marciapied­i di Milano e tracima sulla strada. La città del design offre un po’ ovunque questo spettacolo imbarazzan­te, frutto di lavori raffazzona­ti e di pressapoch­ismo. Ma nessuno, né il Comune, né i negozianti, né i pedoni, sembra farci caso» ci scrive Rossella Marano che ha scattato e inviato la foto.

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