LA GAUCHE SI È SUBITO DIVISA MACRON È MESSO MALE, NON MALISSIMO
Caro Aldo,
è paradossale e autolesionistico continuare a dire che Macron sia un perdente solo perché ha vinto con un margine minore le legislative, dopo aver trionfato alle presidenziali. Macron è in realtà giunto primo anche alle legislative e con un margine nettissimo. Basti pensare che sommando i voti massimalisti di sinistra radicale e nazionalismo lepenista non si raggiungono i seggi di Macron stesso! Inoltre Macron può facilmente risolvere la piccola impasse alleandosi con i gollisti eredi dell’Uomo che rifiutò il collaborazionismo nel secondo conflitto mondiale e rilanciare con loro il fondamentale ruolo baricentrico nella Ue della Francia in sinergia con l’Italia di Draghi. Ciò ha una importanza fondamentale per il nostro Paese perché Italia e Francia unite devono essere il volano congiunto della profonda riforma delle regole comunitarie organizzative ed economiche
Francesco Squillante
Caro Francesco,
In effetti, come lei scrive, Macron ha vinto le elezioni legislative nel senso che ha la maggioranza relativa dell’Assemblea Nazionale; in particolare ha più seggi del partito di Marine Le Pen e dell’alleanza di sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon messi insieme. Nello stesso tempo, Macron ha perso la maggioranza assoluta e ora deve affrontare una situazione del tutto inedita.
In passato è accaduto tre volte che il partito del presidente andasse in minoranza: due volte a Mitterrand (19861988, 1993-1995) e una volta a Chirac, tra il 1997 e il 2002. Però dall’altra parte c’era una forza unita, che poteva esprimere una maggioranza parlamentare e un governo. Stavolta non è così. Il pallino resta in mano al presidente. Che potrebbe offrire un patto di legislatura alla destra repubblicana, oppure — più probabilmente — cercare una maggioranza sui vari provvedimenti, avendo sempre la possibilità di sciogliere l’Assemblea (tranne che nel primo anno) nella speranza di conquistare una maggioranza più solida.
Quanto a Mélenchon, i 142 seggi conquistati dalla Nupes (Nuova unione popolare ecologista e sociale) non sono tutti suoi. Il cartello elettorale — talmente nuovo che non si sapeva come pronunciarne il nome; alla fine è prevalsa l’opzione con l’accento sulla e, e con la esse sonora — si è subito diviso. Comunisti, ecologisti e socialisti faranno il loro gruppo parlamentare. E giocheranno la partita in proprio. I seggi della France Insoumise, il partito di Mélenchon, sono 75. Un successo, come lo sono gli 89 seggi conquistati da Marine Le Pen, che alle legislative in passato non toccava palla. Ma non una catastrofe per Macron. Semmai, un avvertimento per tutti i governi europei: se non si danno risposte alla corsa dei prezzi e al crollo del potere d’acquisto, populisti e sovranisti riprendono forza.