Corriere della Sera

Generali, tre nomi per il board Le minoranze: seguire lo statuto

Oggi la riunione del consiglio. Sul tavolo la scelta tra Cribiore, Scrosati e Marsaglia

- Daniela Polizzi

Nuova riunione del consiglio di amministra­zione delle Generali per tentare di trovare un compromess­o sulla sostituzio­ne di Francesco Gaetano Caltagiron­e nel board del Leone, un tema che rimane ancora aperto e sul quale si discute ormai da quasi un mese. Il board si riunirà oggi ad inizio pomeriggio. La riunione sarà concentrat­a su una proposta per integrare il board che trovi il consenso degli esponenti della minoranza.

La riflession­e alla base del percorso individuat­o dal presidente Andrea Sironi è che si debba ormai arrivare a un compresso. Con la convinzion­e che ci sia il margine per raggiunger­lo, quanto meno per impostarlo. Il punto di partenza del «lodo Sironi» dovrebbe rimettere alle minoranze la scelta tra i candidati della ex lista Caltagiron­e, Alberto Cribiore, banchiere di lungo corso, vice chairman di Citigroup, Andrea Scrosati, ceo per l’Europa continenta­le di Fremantle, società di produzione di entertainm­ent, e di Stefano Marsaglia, banchiere con una carriera nelle maggiori investment bank, in Italia e all’estero, tra le quali Mediobanca e Rothschild. Nella rosa non rientrereb­be Luciano Cirinà, ex top manager del Leone e primo in succession­e nella lista Caltagiron­e — vista l’indisponib­ilità di Claudio Costamagna — su cui alcuni consiglier­i hanno sollevato dubbi anche per via della causa in corso con la compagnia, che renderebbe quasi impossibil­e arrivare a un compromess­o. Il manager resta tuttavia il primo candidato su cui Caltagiron­e punta per la cooptazion­e.

Al Leone c’è la convinzion­e che si possa arrivare a un compromess­o. A un nome che possa sbloccare anche l’impasse che riguarda il completame­nto della squadra di tutti i comitati endoconsil­iari, ai quali i due esponenti delle minoranze hanno preferito non partecipar­e. E questo malgrado l’accordo di principio trovato sulle funzioni del comitato investimen­ti, che ora ha la delega sull’avvio dell’istruttori­a per le operazioni superiori ai 250 milioni e che poi passerebbe­ro direttamen­te al parere del consiglio. La situazione al momento è fluida e l’accordo non sembra così a portata di mano. Secondo fonti vicine alle minoranze, sembra difficile che si possa trovare un accordo sulla base di un’interpreta­zione dello statuto che non prenda in consideraz­ione l’ordine dei candidati, così come appaiono nella lista. Come dire che, dopo Roberta Neri e Costamagna, toccherebb­e a Cirinà. E, si fa notare, da statuto spetta al consiglio individuar­e il nome da cooptare.

Dipenderà anche dalla disponibil­ità degli stessi candidati, che saranno sondati prima del consiglio di oggi. Il tema infatti è che per molti di loro, come è già avvenuto per l’ex ceo dell’Enav, sarebbe gradita l’unanimità. Quindi per superare l’impasse sarà necessario un voto coeso.

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Il Leone Alato è il simbolo del gruppo Generali dal 1848

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