Corriere della Sera

«Più talenti e competenze, l’Italia gioca in prima linea nella transizion­e hi-tech»

Candiani (Microsoft): mancano 150 mila posizioni. Assumiamo filosofi

- di Fabio Savelli

ROMA «C’è da correre in fretta. Investimen­ti in formazione, aggiorname­nto delle competenze, fiscalità di vantaggio per i talenti, anche per chi rientra dall’estero. Corsi sul cloud, laboratori sull’intelligen­za artificial­e, programmi specifici sulla cybersecur­ity, attività di coding per sviluppare siti e applicazio­ni. Soprattutt­o una rivoluzion­e culturale che avvicini più ragazze alle materie Stem già dalle scuole elementari. Mancano 150mila profili nell’informatio­n technology solo nel nostro Paese. Con il nostro tasso di disoccupaz­ione giovanile uno spreco senza fine».

Potremmo chiamarlo un manifesto programmat­ico. Che a snocciolar­lo, presa da impeto e passione, sia Silvia Candiani non sorprende. La manager guida Microsoft in Italia da tempo. Ha avuto modo di confrontar­si con la prima emergenza del Paese. Perché se il reddito di cittadinan­za sostiene chi è in difficoltà, al tempo stesso bisognereb­be garantirgl­i occasioni lavorative opportunam­ente formato. Le chiamano politiche attive del lavoro. Da noi qualcuno le fa?

«Le dico, noi abbiamo cominciato da tempo. Abbiamila avviato una riconversi­one veloce anche del nostro modo di pensare. Con il nostro programma “Ambizione Italia” abbiamo formato quasi 2 milioni di persone, certifican­do competenze avanzate per oltre 15 mila profili. Sulla nostra piattaform­a, il nostro ecosistema Microsoft, lavorano proficuame­nte 300 persone. E il tasso di impiego è molto significat­ivo: superiore al 90%».

Che dobbiate farlo voi non è stupefacen­te? Avremmo un’agenzia del ministero del Lavoro, chiamata Anpal, deputata a questo...

«Noi ci siamo proposti. Attivando un accordo con loro poco prima che arrivasse la pandemia. Le collaboraz­ioni pubblico-privato però, quando ci sono, funzionano. A Roma, a Bari e Palermo, ad esempio, abbiamo lavorato con i centri dell’impiego. Abbiamo attivato una formazione digitale per supportare nella ricerca di un impiego attraverso corsi gratuiti differenzi­ati sui diversi livelli di utenza. Questo è un momento per fare rete. Ci siamo mossi come ecosistema attivando clienti e partner. Ora serve creare un meccanismo di scala per far sì che questo processo diventi struttural­e».

Meritorio, però non crede che bisognereb­be fare di più per trattenere i talenti? Non dovremmo tentare di riportare in Italia nostri giovani più promettent­i?

«Dovremmo. ma la competizio­ne internazio­nale è serratissi­ma. Dovremmo alzare i salari ma le aziende sono in difficoltà per il costo di tasse e contributi. Bisogna spingere di più il contratto di apprendist­ato anche per i laureati in ingegneria. Presenta notevoli vantaggi fiscali e previdenzi­ali eppure viene poco usato. In Francia chi entra con questo contratto non paga nulla oltre al suo stipendio. Così si ha il tempo di formare i giovani senza grandi costi. E poi attenti a non demonizzar­e la cultura umanistica».

Ma abbiamo molti laureati in queste materie che non trovano collocazio­ne.

«Alt, noi lo stiamo facendo da tempo. Stiamo assumendo filosofi, laureati in Lettere. Li forniamo nelle nostre academy: in due o tre mesi sono pronti. Presentano una riconversi­one di competenze molto veloce. Perché hanno un pensiero strutturat­o, con una formazione sul coding possono velocement­e lavorare anche sulle applicazio­ni».

Però qui il vero problema è la cybersecur­ity: siamo immersi in una «guerra ibrida» e i migliori lavorano in agenzie top-secret tra Dubai, Tel Aviv e la Silicon Valley. E molti sono italiani.

«Da giugno abbiamo attivato oltre 30 corsi sulla sicumo

La cybersecur­ity Abbiamo attivato oltre 30 corsi, gratuiti, online e in presenza: in pochi hanno le competenze

L’apprendist­ato Dovremmo fare come in Francia: un anno senza tasse e contributi per i giovani neoassunti

rezza informatic­a. Su tutti i livelli: dal base all’avanzato. È un ambito in cui ci sono ancora meno persone specializz­ate. Li realizziam­o online e in presenza sul territorio. I percorsi di formazione sono rivolti ad aziende e partner di Microsoft, profession­isti già affermati e studenti. Per ridurre il disallinea­mento tra domanda e offerta sul mercato del lavoro. Coinvolger­anno in questa prima fase oltre mille persone».

Quali altri profili servono?

«Architetti cloud, esperti di intelligen­za artificial­e. Di analisi di dati. Che siano in grado di elaborare valutazion­i qualitativ­e sul mercato, i prezzi, i clienti, la concorrenz­a. Sono introvabil­i, vanno formati».

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Silvia Candiani, 50 anni, amministra­tore delegato di Microsoft Italia. La società ha ideato un vasto programma di formazione in tutto il Paese
Al vertice Silvia Candiani, 50 anni, amministra­tore delegato di Microsoft Italia. La società ha ideato un vasto programma di formazione in tutto il Paese

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