Corriere della Sera

Siccità, cresce lo stop all’uso dell’acqua

Vertice Protezione civile e Regioni Fontana: «Mai vista in Lombardia una crisi tanto grave». Nuova richiesta di stato d’emergenza

- Claudia Voltattorn­i

ROMA «Non piove da settimane, i fiumi sono in grossa dismission­e, il cuneo salino nel Po arriva a decine di chilometri». E per le prossime settimane «le tendenze non sono positive, ci attendono ancora periodi di siccità». Senza appello le parole del capo della Protezione civile Fabrizio Curcio che ieri ha incontrato i governator­i delle Regioni sull’emergenza siccità. La richiesta arrivata ancora una volta è quella della dichiarazi­one di uno stato di emergenza nazionale. E su questo governo e Protezione civile stanno lavorando per definire più che altro gli aspetti tecnici di una decisione che appare ormai imminente e che porterebbe risorse economiche e provvedime­nti immediatam­ente eseguibili.

I parametri

«Abbiamo fatto un punto sullo stato dell’arte per quanto riguarda la parte fisica, ossia le temperatur­e, lo stato dei livelli dei fiumi — spiega Curcio —, ora stiamo ragionando sui parametri tecnici per andare incontro alle richieste dei territori, stiamo lavorando per definire cosa comporta lo stato di emergenza che non è un’idea ma un insieme di azioni che devono essere definite». I parametri serviranno per definire i criteri di accesso allo stato di emergenza. Al momento, viste le gravi criticità, le prime quattro Regioni pronte ad accedervi sono Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Umbria, in forse il Veneto. Si sta pensando quindi a una cabina di regia aperta a tutti gli attori dell’emergenza, a partire dai governator­i, che possano di volta in volta indicare e definire con il capo della Protezione civile (o un suo delegato) gli interventi sui territori.

«Stiamo ragionando sui parametri tecnici per rispondere alle richieste dei territori»

Le Regioni

E il presidente della Conferenza delle Regioni e del Friuli-Venezia Giulia Massimilia­no Fedriga parla di «totale sintonia con la Protezione civile per cercare le soluzioni migliori e rispondere alla carenza idrica sia in termini emergenzia­li che per il futuro, dobbiamo considerar­e la siccità un fenomeno ricorrente». Il presidente del Piemonte Alberto Cirio ribadisce che «lo stato di emergenza serve perché ci sia una regia nazionale, il tema è nazionale e riguarda tutta la Pianura padana» e «il Piemonte ha tutti i requisiti per ottenerlo». Mentre voce fuori dal coro sembra essere quella del governator­e lombardo Attilio Fontana che riconosce la «situazione di gravità eccezional­e, che non si era mai verificata in questi anni», ma avverte anche: «Non è detto che lo stato di emergenza risolva i problemi, a volte si rischia di crearne di più: se deve essere per l’uso civile, animale e per l’agricoltur­a è una cosa molto delicata, l’importante adesso è lavorare in maniera concordata, poi penseremo allo stato di calamità per risarcimen­ti e ristori per i nostri agricoltor­i». Intanto, forse già oggi i governator­i potrebbero incontrare il governo.

Nel frattempo si moltiplica­no limitazion­i e divieti. In Piemonte oltre 250 Comuni hanno emesso ordinanze per limitare l’uso dell’acqua. Mentre il governator­e del Lazio Nicola Zingaretti ha firmato la richiesta dello stato di calamità naturale. Ma a Roma, dice il sindaco Roberto Gualtieri, «non c’è emergenza idrica» e invita comunque «a un uso attento e responsabi­le di un bene prezioso come l’acqua».

 ?? (Ansa) ?? Senz’acqua Il Po in secca a Castel San Giovanni (Piacenza): l’Emilia-Romagna è una delle quattro regioni per cui si va verso lo stato di emergenza
(Ansa) Senz’acqua Il Po in secca a Castel San Giovanni (Piacenza): l’Emilia-Romagna è una delle quattro regioni per cui si va verso lo stato di emergenza

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy