Elodie: «Sono egoista e onesta, padrona della mia vita»
Regina delle classifiche, paladina dei diritti civili. Chi conosce Elodie Di Patrizi, nata nel 1990 a Quartaccio, periferia di Roma, sa che stiamo parlando della stessa persona, la cantante di Bagno a mezzanotte e Tribale che domenica si esibirà al Circolo Magnolia di Milano e la madrina del Pride svoltosi nella Capitale il 10 giugno: «Da piccola sapevo che volevo fare musica, ma sognavo anche di essere la persona che sono diventata, che sa stare dalla parte giusta, come è successo al Pride», racconta la cantante nell’intervista di copertina di 7 che domani sarà in edicola con il Corriere.
Elodie non parla di politica, ma su Giorgia Meloni, e gli attacchi alla comunità Lgbt, dice una cosa molto chiara: «Vedo una donna molto arrabbiata, mi dispiace per lei, non dovrebbero esserci distinzioni tra famiglie di serie A, serie B, serie Z… I diritti sono per tutti. Io pure sono arrabbiata, ma vado in terapia e non la sfogo sugli altri».
La rabbia di Elodie viene da un’infanzia difficile, in un quartiere popolare e con genitori divorziati e assenti: lei e la sorella Fey se la sono dovuta cavare da sole. «A un certo punto ho detto vabbè, io sono figlia mia, padrona della mia vita. I miei genitori però non li vorrei diversi da quello che sono perché sarei diversa io. Li rimprovero, sono stati egoisti, ma li ringrazio perché sono stati onesti. E anche io nel corso della vita sono stata egoista, è un diritto che abbiamo, anche a essere scorretti. Per capire cosa è giusto o sbagliato devi sbagliare. Devi darti la possibilità di avere difetti per poter essere onesta e provare a limarli, i difetti, se li neghi non ci puoi lavorare».
Elodie, a 7, racconta dei suoi uomini, anche quelli sbagliati, perché assomigliavano a un ideale che non esiste, come il signor Darcy di Orgoglio e pregiudizio. Ma anche da una convivenza acerba, finita male, ha tratto una lezione: «È un errore scappare senza risolvere i problemi, li ritrovi sotto un nuovo nome».
Tra gli incontri fortunati, con l’universo maschile, il musicista Mauro Tre, che le ha fatto da mentore paterno, fino al rapper Marracash, il grande amore: «È stato l’essere umano che più mi ha agitato. C’erano paura e desiderio, ci studiavamo ed era difficile acciuffarci. Ora ci vogliamo molto bene, abbiamo un rapporto non convenzionale. Provo tanto amore e non mi interessa come poi si trasformerà».
È un errore scappare senza risolvere i problemi, li ritrovi sotto un nuovo nome