Corriere della Sera

La rabbia di Rama «Con noi Bruxelles non ha mantenuto le promesse, stallo pericoloso»

- Di Leonard Berberi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Si dice «dispiaciut­o» per l’Unione europea, non deluso. Ieri a Bruxelles il premier albanese, il socialista Edi Rama, ha fatto però molta fatica a nascondere la frustrazio­ne e il nervosismo per uno stallo nel processo di adesione all’Ue che riguarda il suo Paese e la Macedonia del Nord. «È stato un brutto giorno per l’Unione», dice durante un’intervista con il Corriere.

Putin forse non sta bene di salute, ma non è che l’Unione europea stia molto meglio È venuto il momento di togliere l’unanimità dalle decisioni comunitari­e

Brutto giorno perché?

«Perché non è stato possibile liberare l’Albania e la Macedonia del Nord, ostaggi di un solo Paese Ue, la Bulgaria, che è pure membro Nato proprio come noi. Il tutto di fronte ad altri 26 Stati membri che sembrano inermi e con una guerra alle porte».

Perché siete ostaggi della Bulgaria?

«Sempliceme­nte per le loro questioni politiche interne, nulla di più».

Si aspettava un passo avanti per l’Albania e la Macedonia del Nord?

«L’Ue non ha mantenuto le promesse. E non lo dico io, lo ammettono gli stessi leader comunitari che ci riconoscon­o di aver fatto i compiti, ma nonostante questo siamo ancora fermi».

Ha discusso con il presidente francese Macron, con quello del Consiglio europeo Michel e della Commission­e von der Leyen. Cosa vi siete detti?

«Ci siamo confrontat­i su come uscire da questa situazione e ho detto loro che appoggiamo l’idea di una nuova comunità europea».

Si dovrebbe togliere l’unanimità dalle decisioni Ue?

«Penso proprio di sì, al 100%. Mi rendo conto sia un tema sensibile per i Paesi membri, che ha una sua storia e una sua importanza. Ma è venuto il momento di toglierla».

Ne ha parlato con il premier italiano Mario Draghi?

«Certo. Abbiamo discusso di questa

situazione, dell’urgenza di trovare una soluzione. Ci siamo confrontat­i anche sull’influenza russa nei Balcani».

I Balcani rischiano infiltrazi­oni della Russia e della Cina con questo stallo?

«Non c’è dubbio che l’area rappresent­i un punto debole del continente per quanto riguarda il rischio di penetrazio­ne di altri soggetti. Se guardiamo alla Russia è ovvio che ha i suoi modi e i suoi canali che rendono vulnerabil­i i Balcani: per questo noi e altri Stati dell’area lavoriamo per i Balcani aperti in attesa di entrare nell’Ue».

Putin sarà contento di questo stallo...

«Putin forse non sta bene di salute, ma non è che l’Unione europea stia meglio».

Come si cura allora l’Ue?

«Io su questo non posso dire nulla: non siamo ancora dentro l’Unione e non tocca a noi fornire la cura. Ma è emersa chiara tra i leader comunitari la necessità di avviare una profonda riforma dell’Ue, cosa che peraltro dicono da anni».

Lei sostiene l’idea di una Ue a due velocità?

«Penso che ogni cosa nuova dentro l’Ue sia meglio di questa situazione, di questo status quo inaccettab­ile».

L’apertura nei confronti dell’Ucraina mette in secondo piano le vostre sorti?

«Niente affatto. Sono due dossier separati. L’Ucraina merita di essere candidata membro dell’Ue, anche se lo status non porta molto di più, come dimostra la storia dell’Albania».

Gli albanesi vogliono ancora entrare nell’Ue?

«Non posso fornire delle percentual­i, ma l’atteggiame­nto degli albanesi nei confronti dell’Europa non è cambiato: vogliono essere membri e protagonis­ti attivi dell’Ue».

Quando pensa, realistica­mente, che l’Albania entrerà nell’Unione europea?

«Onestament­e? Impossibil­e da dire. Prevedere le mosse dell’Ue è come prevedere le grandi calamità naturali».

 ?? ?? Insieme Ursula von der Leyen col premier Edi Rama (Afp)
Insieme Ursula von der Leyen col premier Edi Rama (Afp)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy