Corriere della Sera

Asse con Macron, disco verde da Scholz Draghi spinge per il summit sul gas

Il premier chiede una proposta della Commission­e

- di Marco Galluzzo

Il vertice (probabilme­nte a luglio) sarebbe tutto sull’idea italiana di un «price cap». L’opposizion­e dell’Olanda potrebbe allentarsi sotto il peso di un via libera da parte di Berlino

BRUXELLES Arriva di prima mattina per la sessione di lavoro sui Balcani, ma il primo appuntamen­to è con Emmanuel Macron. I due si chiudono nella sala della delegazion­e italiana, ci rimangono per 30 minuti, senza nessun membro dei rispettivi staff. È scontato che parlino anche di energia e price cap, ma Mario Draghi non farà nemmeno un debriefing ai suoi collaborat­ori. Il confronto con il presidente francese viene reso pubblico solo nel pomeriggio.

Quando inizia il Consiglio europeo il capo del governo prende la parola, chiede in modo esplicito la convocazio­ne di un vertice ad hoc sulla proposta italiana di un tetto al prezzo del gas, l’ipotesi è che si svolga a luglio. Davanti agli altri leader Macron lo appoggia apertament­e. Quello che sorprende è l’intervento del cancellier­e tedesco: dice esplicitam­ente che non ha alcun obiezione sulla materia, è in sostanza un disco verde da parte di Olaf Scholz. L’ipotesi che per prima è stata lanciata dall’Italia, su cui ancora non esiste un consenso unanime, guadagna così numerosi punti. Il presidente del Consiglio Charles Michel sembra chiudere un cerchio su cui si è lavorato sotto traccia negli ultimi giorni: «A me sembra una buona idea».

Il pressing diplomatic­o di Draghi è arrivato al massimo livello. La posizione dei tedeschi è il frutto di un’interlocuz­ione diretta, negli ultimi giorni, fra Palazzo Chigi e il governo tedesco. Prima dell’arrivo del capo del governo italiano a Bruxelles il ministro della Transizion­e ecologica Roberto Cingolani sente il vicecancel­liere tedesco e ministro dell’Economia Robert Habeck, in una telefonata che fonti diplomatic­he Ue definiscon­o di «allineamen­to». Una dinamica che per la nostra diplomazia è iniziata una settimana fa, durante il viaggio in treno a Kiev, quando Draghi e Scholz, con il presidente francese, fecero le due di notte.

Nel pomeriggio si aggiunge un altro tassello, Draghi ha chiesto un vertice straordina­rio, ma nel contempo ha fatto sapere a Ursula von der Leyen che una proposta della Commission­e sul price cap è auspicabil­e prima possibile. Insomma prima la proposta della Commission­e, poi il vertice che dovrebbe prenderla in esame. A rafforzare la posizione del premier le notizie di cronaca che arrivano dai Paesi dell’Ue, le difficoltà crescenti dei singoli mercati dell’energia, i tagli costanti o crescenti di Gazprom alle forniture dirette verso l’Unione, l’urgenza di arrestare in qualche modo una spirale dagli esiti imprevedib­ili per l’Europa.

Resta in piedi l’opposizion­e dell’Olanda. Mark Rutte, il capo del governo olandese, spiega la sua posizione in questo modo: «Non siamo contrari per principio ma, sulla base delle prove che abbiamo, pensiamo che potrebbe non funzionare». Ai precedenti vertici i leader hanno «concordato di esaminarlo, abbiamo chiesto anche all’industria e agli esperti in merito, è in fase di valutazion­e», ha aggiunto Rutte. Ma è una posizione che non appare inscalfibi­le, può cambiare, sotto il peso di un via libera da parte di Berlino.

Nel frattempo si lavora alle conclusion­i che verranno approvate oggi. L’Italia insiste per un’altra menzione esplicita dopo quella di maggio, che diede mandato alla Commission­e europea di preparare una proposta su un price cap temporaneo sul gas russo. Il punto in questione indica che «alla luce dell’utilizzo dell’energia come arma da parte della Russia, richiamand­o le conclusion­i del 30-31 maggio, il Consiglio europeo invita la Commission­e a perseguire i suoi sforzi per assicurare una fornitura energetica a prezzi accessibil­i». Nelle conclusion­i del vertice del 30-31 maggio si faceva riferiment­o, tra le possibilit­à, anche all’introduzio­ne di un tetto al prezzo del gas. Per il premier greco Kyriakos Mitsotakis, schierato pubblicame­nte con il premier italiano, è un dossier che deve avere priorità massima. Nella delegazion­e italiana presente al Consiglio europeo ci credono: «A luglio contiamo di chiudere, possiamo farcela». Di sicuro Draghi non sta risparmian­do alcuno sforzo; se ne discuterà anche con gli americani, ad Elmau, in Baviera, domenica e lunedì, nel corso del G7.

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(Ansa) Incontro A destra il premier Draghi col presidente francese Macron

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