Corriere della Sera

«Così il Cremlino mi ha impedito di varcare il confine e venire a Milano»

- di Alexander Sokurov* *regista

AMilano si svolge da vari anni La Milanesian­a, un convegno culturale internazio­nale. In passato avevo partecipat­o a tre o quattro edizioni. L’evento è organizzat­o e ospitato dalla figura pubblica di spicco in Italia, Elisabetta Sgarbi. Oltre a prendere parte all’incontro, volevamo discutere con i nostri colleghi italiani alcuni progetti di future pubblicazi­oni e l’eventuale programmaz­ione dei film di studenti russi in Italia.

Consideran­do l’attuale situazione politico-militare, si tratta di un programma molto significat­ivo e, dopo aver concordato e organizzat­o il percorso con la parte italiana e la parte finlandese, dovevamo partire da San Pietroburg­o in auto, attraversa­re il confine russo-finlandese, arrivare a Helsinki e da lì prendere l’aereo per Milano. Ma non ci hanno permesso di uscire dalla Russia. Le guardie di frontiera, in maggior parte donne molto giovani, ci hanno confiscato i passaporti e sono sparite. Per diverse ore non siamo riusciti a capire che cosa stesse succedendo, dove fossero i nostri documenti, perché non potevamo ottenere il permesso di attraversa­re il confine.

Nel mentre centinaia di macchine passavano davanti a noi, interi autobus con bambini russi, con i cittadini che potevano uscire dal Paese. E noi dovevamo rimanere lì in attesa di cosa? Che ci arrestasse­ro forse? Ho avuto la netta impression­e che le nostre misteriose guardie di frontiera avessero deciso di farci rimanere ad attendere in piedi sull’asfalto, dove non c’era nemmeno un posto per sedersi, fino al momento in cui non avremmo più potuto prendere l’aereo da Helsinki per Milano. Davvero così vili? In fondo è un apparato statale, così meschino... non può essere... Ma è quello che ci è successo. Devo chiarire a chi non è mai stato da queste parti che mancavano ancora quasi trecento chilometri all’aeroporto di Helsinki. Il capoturno in divisa ben stirata e con un bel berretto è apparso davanti a noi quando è diventato chiaro che il nostro aereo italiano all’aeroporto di Helsinki stava già facendo accomodare i passeggeri e si preparava a decollare. Senza guardarci negli occhi, ci ha detto che la mia partenza era stata impedita dall’ordine del compagno Mishustin (primo ministro russo, ndr) che vieta a persone come me di attraversa­re il confine. Non ho mai visto Mishustin dal vivo, non l’ho mai incontrato e perché Mishustin avesse un tale pregiudizi­o e odio nei miei confronti non lo riuscivo proprio a capire.

Non ho ricevuto risposta alla domanda sul perché avevamo dovuto attendere così tante ore al posto di frontiera. Il compagno capoturno ha tentato di nuovo di sparire e sono stato costretto a gridargli sempliceme­nte: «Rimandami in Russia!» Perché io, un uomo di 71 anni, non avevo più la forza di rimanere là in piedi appoggiato a un bastone.

Più tardi al telefono ho appreso dai colleghi della Milanesian­a che avevano chiamato il posto di frontiera con l’ausilio di un traduttore russo e si erano sentiti rispondere che i nostri passaporti erano timbrati e presumibil­mente potevamo andare(...) senza chiarire dove esattament­e io e il mio collega potevamo andare (...)

Noi intanto avevamo fatto l’inversione e, sotto la pioggia battente, ci eravamo diretti a San Pietroburg­o.

Naturalmen­te, sullo sfondo della tragedia che si sta attuando in Ucraina tutto quanto sopra descritto può sembrare una sciocchezz­a. Un’assurdità. Una stupidità. Ed è solo un altro caso di un atteggiame­nto rude e arrogante dello Stato nei confronti di una persona. Sì perché è proprio l’atteggiame­nto delle forze dell’ordine, che si pongono in modo arrogante e prepotente nei confronti di un cittadino, che spiega tutto quello che è successo. A nessuna delle guardie di frontiera è stato mai spiegato che è il cittadino la persona principale, che è il cittadino che li veste, li paga, li nutre, li sostiene (...)

Sono sicuro che a queste giovani donne e uomini in uniforme non è mai stato detto che ci dovrebbe essere il rispetto almeno per l’età di una persona. L’atteggiame­nto così rude e arrogante nei confronti di un cittadino russo è rappresent­ato anche dalla produzione di ordini, leggi, indicazion­i che gli esecutori non sanno né come eseguire né come interpreta­re. Ma il Signor Mishustin ha capito l’ordine che ha firmato nel 2020?

Noi, quelli che viviamo in Russia, abbiamo bisogno non solo di burocrati onesti e coscienzio­si, ma anche di legislator­i seri, attenti e, oh mio Dio, competenti.

(traduzione di Aliona Shumakova)

 ?? ?? Il regista russo Alexander Sokurov, 71 anni, è stato bloccato mercoledì alla frontiera con la Finlandia mentre era in procinto di recarsi a Helsinki dove doveva imbarcarsi su un aereo per Milano. Il regista avrebbe dovuto partecipar­e alla conferenza «Diritti e doveri», inserita nel programma della Milanesian­a, dove ieri è intervenut­o via Zoom. Pubblichia­mo il suo intervento sulla vicenda fatto avere agli organizzat­ori del festival.
Il regista russo Alexander Sokurov, 71 anni, è stato bloccato mercoledì alla frontiera con la Finlandia mentre era in procinto di recarsi a Helsinki dove doveva imbarcarsi su un aereo per Milano. Il regista avrebbe dovuto partecipar­e alla conferenza «Diritti e doveri», inserita nel programma della Milanesian­a, dove ieri è intervenut­o via Zoom. Pubblichia­mo il suo intervento sulla vicenda fatto avere agli organizzat­ori del festival.

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