Corriere della Sera

Serracchia­ni e le alleanze: i 5 Stelle non ritirerann­o il sostegno all’esecutivo O si creerebbe un solco

- Di Maria Teresa Meli

ROMA Debora Serracchia­ni, con la scissione del Movimento 5 Stelle il campo largo ha subito un colpo.

«Nessuna scissione di un movimento politico fa piacere. Noi sappiamo cosa significhi sia umanamente che politicame­nte. In politica però la parola mai va usata con parsimonia. Siamo riusciti in passato a formare alleanze sulla carta anche più complicate. Continuiam­o a lavorare pancia a terra. Del resto come abbiamo dimostrato nelle recenti amministra­tive il campo largo non è fatto solo da Pd e M5S ma da un insieme di movimenti, di civismo e di partiti che si riconoscon­o in progetti concreti. Diversamen­te, solo con le nostre forze non avremmo conquistat­o comuni importanti al primo turno, né saremmo stati competitiv­i ai ballottagg­i. È la strada che abbiamo intrapreso con le Agorà, che ha coinvolto oltre 100 mila persone e che ora concretizz­eremo».

Il Pd dice di voler dialogare sia con Luigi Di Maio che con Giuseppe Conte. Ma è possibile?

«Penso occorra concentrar­si sulle cose da fare. Sui progetti, sulle risposte ai bisogni delle persone, su come alleviare le difficoltà per i più deboli che questa nuova crisi colpisce pesantemen­te. Ragionando così c’è molta più unità di quella che appare».

Impresa improba mettere tutti insieme da Matteo Renzi a Carlo Calenda a Conte e Di Maio.

«Non si tratta né di giocare con le figurine né di aprire o chiudere le porte ma di condivider­e una visione e un programma. Confido sia possibile costruire un’alleanza fondata sui grandi temi sociali: lavoro, crescita, diritti, giustizia, ambiente. Se ci concentria­mo su questo, se ci ritroviamo su come arginare il declino demografic­o piuttosto che combattere i cambiament­i climatici, allora la strada sarà meno impervia».

E se Di Maio e Beppe Sala danno vita a una nuova formazione sottraendo­vi voti?

«Del Centro si parla a ogni tornata elettorale. Vero che questa volta siamo di fronte a una evoluzione che sta cambiando non solo il quadro politico ma l’intera società. Ma è vero anche che con questo sistema elettorale, soprattutt­o nei collegi, devi stare di qua o di là. Con l’Europa di Scholz e Macron o con quella di Orbán, con l’Europa del debito in comune o con quella degli egoismi nazionali, ma potrei anche dire con l’Italia dei diritti e dell’inclusione o con quella delle esclusioni e del rancore. Siamo al governo di Milano con il sindaco Beppe Sala perché condividia­mo la parte da cui stare che è, appunto, quella del fronte riformista e ambientali­sta».

È la fine del rapporto privilegia­to con i 5 Stelle?

«Siamo la prima forza del centrosini­stra, dobbiamo lavorare perché l’alleanza, che sarà composta di tanti soggetti, prenda corpo. Ma viene prima il “cosa fare” e poi “con chi”».

Se il Movimento 5 Stelle rompesse con Draghi uscendo dal governo per voi sarebbe possibile continuare l’alleanza?

«Non credo che il M5S pensi di ritirare il sostegno al governo ma se dovesse accadere è chiaro che si creerebbe un solco tra di noi. Oggi abbiamo tutti una grande responsabi­lità. Di fronte alla pandemia, alla guerra, alle difficoltà economiche, all’emergenza siccità, alla rincorsa dei prezzi, nessuno dovrebbe voler indebolire il governo. Noi continuere­mo a lavorare su proposte concrete in Europa (revisione dei trattati, no a veti e unanimità, carbon tax alle frontiere europee per aiutare le imprese italiane a essere competitiv­e) e nel nostro Paese (aumento dei salari, rafforzame­nto delle politiche attive del lavoro, più sanità territoria­le, nuove politiche della casa) e per farle diventare concrete c’è bisogno di un governo forte e autorevole, al sicuro dalle fibrillazi­oni partitiche».

Non teme che il governo sia ora più debole?

«Proprio il voto dei giorni scorsi in Parlamento, quasi all’unanimità, ha dimostrato che il governo non è affatto più debole».

Il perimetro

Il campo largo? Non ci siamo solo noi e loro, ma un insieme di movimenti e partiti

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Debora Serracchia­ni, 51 anni, capogruppo Pd alla Camera
Chi è Debora Serracchia­ni, 51 anni, capogruppo Pd alla Camera

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