Corriere della Sera

La scelta dei giudici supremi: meno limiti a chi gira armato

Usa, choc per la decisione che tocca New York e altri Stati. Biden: grande delusione

- Giuseppe Sarcina DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

WASHINGTON La legge dei singoli Stati non può limitare il diritto degli americani di girare armati. La sentenza della Corte Suprema irrompe nel mezzo di un tormentato dibattito. Gran parte dell’opinione pubblica è ancora traumatizz­ata dalla strage dei bambini nella scuola elementare di Uvalde, in Texas. Dove, per altro, ieri il capo della polizia Pete Arredondo , sospettato di essere intervenut­o in ritardo, è stato messo a riposo. Il Senato sta faticosame­nte trovando un mini accordo per rafforzare i controlli sulle persone che mostrano segnali di pericolo per le comunità. Ma la massima istanza giuridica degli Stati Uniti, con un maggioranz­a di 6 a 3, ha dato ragione a due cittadini, Robert Nash e Brandon Kock, che avevano fatto ricorso contro lo Stato di New York. In particolar­e, contestand­o la legge che prevede, addirittur­a dal 1911, una licenza per possedere un’arma e impone limiti stringenti al trasporto. Nel ricorso i legali di Nash e Kock sostenevan­o che le norme dello Stato di New York violassero il Secondo Emendament­o della Costituzio­ne, che accorda agli americani il diritto all’autodifesa. La maggioranz­a conservatr­ice della Corte ha dato loro ragione. Il giudice Clarence Thomas ha scritto nel parere vincente: «Un cittadino che sta esercitand­o un diritto costituzio­nale non deve spiegare nulla ai funzionari pubblici».

La decisione, di fatto, riguarda anche gli altri Stati, come California, New Jersey, Maryland, Massachuse­tts, Hawaii che hanno legislazio­ni simili a quella di New York. Secondo il sindaco di New York, Eric Adams, ex poliziotto afroameric­ano, eletto lo scorso anno con un programma di law and order, la sentenza è «agghiaccia­nte»: «Ciascuno di noi ora sarà meno sicuro». È intervenut­o anche Joe Biden: «Sono profondame­nte irritato...questa sentenza abolisce una legge che durava da più di un secolo e contraddic­e sia il buon senso che la Costituzio­ne. Sulla scia delle stragi di Uvalde e di Buffalo, dobbiamo fare di più, non di meno, per proteggere gli americani».

La Corte si è divisa lungo una frattura ormai consolidat­a. Da una parte i giudici nominati dai presidenti repubblica­ni; dall’altra i tre di matrice democratic­a. A nome del primo blocco, Samuel Alito nega che via sia una relazione tra la possibilit­à di circolare tranquilla­mente anche con un mitragliat­ore semi automatico e la frequenza delle stragi: «La legge di New York non ha impedito al killer di arrivare armato nel supermerca­to di Buffalo, una città dello Stato» Dall’altra parte Stephen Breyer argomenta: «Nel 2020, 45.222 americani sono stati uccisi dalle armi; dall’inizio dell’anno ci sono state 277 stragi. È la causa più frequente di morte tra i bambini e gli adolescent­i». La decisione della Corte lascia, comunque, uno spazio di azione. Gli Stati potranno fissare un elenco di «luoghi sensibili» in cui sarà vietato far entrare le armi: scuole, uffici governativ­i, assemblee parlamenta­ri, seggi elettorali e aule dei tribunali.

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