Corriere della Sera

«L’Arena di Verona e le 67 colonne, il piano di azionariat­o per la bellezza»

Rana e Veronesi: coinvolti 50 imprendito­ri ed enti

- Di Nicola Saldutti

Tutto comincia con l’idea di prendersi cura delle 67 colonne della cinta esterna dell’Arena di Verona, crollati durante il terremoto del 1117. E in un Paese dove tutti pensano che sia sempre qualcun altro a dover cominciare, Gian Luca Rana e Sandro Veronesi decidono di partire «con l’idea di allargare il numero delle persone coinvolte, dalle imprese alle fondazioni, ai cittadini. E di un nuovo dialogo tra pubblico e privato». Risultato: ora c’è una lista d’attesa per partecipar­e. Racconta Veronesi, presidente di Calzedonia: «Dal 2006 eravamo sponsor della stagione lirica. A un certo punto con Gian Luca abbiamo pensato di allargare il campo, creare una squadra inserita nella realtà del territorio e provare a coinvolger­e altri imprendito­ri, altre persone». Ecco il punto, mettere in moto altre forze della città, e magari pensare che qualcuno, in un’altra città possa ispirarsi, copiare. Dice Gian Luca Rana, amministra­tore delegato del gruppo Rana: «I miei genitori mi hanno insegnato che serve l’esempio. Volevamo fare qualcosa non solo per la città. Pasta e moda sono due dimensioni del Made in Italy, ma tutto questo ha le sue radici nella cultura del bello che un luogo come l’Arena esprime, rappresent­a. Una volta organizzam­mo un concorso per i nostri clienti negli Usa e 1.500 americani vincitori vennero in visita a Verona, immaginate il loro stupore davanti a tanta bellezza. Ecco, è necessario mettere in moto le energie di un Paese che stenta a credere in se stesso». Le 67 colonne sono una grande metafora di questo Paese, di cosa vuol dire custodire il bello, trasformar­lo in valore per i territori. Veronesi: «Non nascondo che qualche volta mi sia venuta voglia di mandare tutti a quel paese, il dialogo pubblico-privato non è sempre facile. Ora con il sovrainten­dente c’è un dialogo profondo. L’idea di allargare il campo, per esempio coinvolgen­do i giovani, dobbiamo appassiona­rli alla musica». Sono tempi nei quali si parla molto del bene comune. «Sa cosa mi ha detto mio figlio? – racconta Rana – è una cosa bella portare il passato verso il nostro futuro. Ecco, questo è il senso di un’iniziativa così. Siamo stati generati da questa terra e ora nel gruppo Rana lavorano persone di 34 nazionalit­à diverse. Ma siamo partiti e abbiamo qui le nostre radici». Il modello è quello di una sorta di azionariat­o popolare della bellezza, non solo imprese, che ormai sono più di 50, ma anche cittadini, istituzion­i, Fondazioni, associazio­ni di categoria. «Tante volte la bellezza che abbiamo intorno la diamo per scontata, ma non è così». Continua Veronesi: «All’inizio c’è sempre un po’ di scetticism­o, molti si lamentano, ma finisce lì. Il punto è fare il primo passo. Vogliamo pensare che anche grazie a questa iniziativa l’ente lirico sia diventato più accessibil­e, più aperto». Prendersi cura del territorio, promuovere il cambiament­o. «Accorgersi che abbiamo una cosa molto bella, saperla apprezzare e investire, questo è il vero valore della funzione imprendito­riale. Vediamo che c’è una gran voglia di partecipar­e, Si entra in una specie di club per sostenere la città. Un’iniziativa che abbiamo pensato sul territorio ma guardando al Paese». Aggiunge Veronesi: «La presenza di tante imprese è la ricchezza di un territorio. E’ un sistema che fa bene, molte volte questo aspetto non viene considerat­o. L’iniziativa delle 67 colonne è un piccolo segno di tutto questo». Anche il quadro normativo può essere una leva, come l’art bonus che consente il credito d’imposta. E il progetto delle 67 colonne è stato premiato come migliore iniziativa per il coinvolgim­ento del territorio: «Una norma semplice e chiara, lo Stato dimostra che può chiedere una mano ma che può anche rispondere e collaborar­e, rispondere anche alle esigenze di aziende più piccole. E’ una forma di restituzio­ne reciproca».

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Imprendito­ri Sandro Veronesi (Calzedonia), e Gian Luca Rana (Gruppo Rana)

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