Corriere della Sera

Fertilizza­nti, energia e riciclo La spinta dei rifiuti compostabi­li

Il direttore del Cic Centemero : «In 30 anni 35 milioni di tonnellate di compost»

- di Valeria Sforzini

«Oggi sono 52 milioni gli italiani che fanno la raccolta dell’umido e questo è il risultato del nostro percorso trentennal­e». A parlare è Massimo Centemero, direttore del Cic, Consorzio italiano Compostato­ri, all’evento organizzat­o ieri a Roma, «1992 – 2022, Dalla terra alla Terra, Il Consorzio Italiano Compostato­ri compie 30 anni. Visioni, esperienze, prospettiv­e», presentato da Edoardo Vigna, responsabi­le di Pianeta 2030 del Corriere della Sera. «Torniamo indietro di trent’anni, a quando alcuni termini, come “compost” o “differenzi­ata dell’umido” ancora non si conoscevan­o. Cinque imprendito­ri allora si unirono in un consorzio in modo pioneristi­co. La loro visione è viva ancora oggi».

Dal 1992 sono stati raccolti oltre 100 milioni di tonnellate di rifiuti organici, trasformat­i in 35 milioni di tonnellate di compost. Queste hanno portato al risparmio di 65 milioni di tonnellate di CO2. «Il Cic è un consorzio volontario», aggiunge Centemero. «Dai cinque associati iniziali, siamo arrivati a 145». In tutta Italia, all’anno, vengono trattati 8 milioni di tonnellate di scarti a matrice organica e vengono prodotte annualment­e 2 milioni e 200mila tonnellate di compost. «Ora stiamo mettendo in rete 120 milioni di metri cubi di biometano — prosegue il direttore — Secondo le stime del consorzio, con una raccolta a regime in tutto il Paese, potremo arrivare entro il 2025 a 10 milioni di rifiuti a matrice organica trattati e 3 milioni di fertilizza­nte organico prodotti, portando il settore del biowaste a 13mila addetti, generando 2,5 miliardi di euro di indotto. Nel giro di tre anni possiamo arrivare a produrre 300 milioni di metri cubi di biometano. Ma il compost sarà sempre la nostra linea guida».

Ambiente, economia circolare, lotta al cambiament­o climatico: il compost riunisce tutti questi temi. Per trattarli, sono intervenut­i ospiti come Ilaria Fontana, sottosegre­tario ministero della Transizion­e ecologica; Lucrezia Caon, Land and water officer alla Fao; Catia Bastioli, presidente del cluster italiano della bioeconomi­a circolare Spring e ad di Novamont; Mario Tozzi, primo ricercator­e del Cnr e divulgator­e scientific­o; Gianpaolo Vallardi, presidente della commission­e Agricoltur­a del Senato; Lella Miccolis, amministra­tore unico di Progeva; Roberto Sancinelli, presidente gestione impianti Assoambien­te, Fabio Bizzoni, presidente del Cic e Filippo Brandolini, vice Presidente vicario di Utilitalia.

Il compost, fertilizza­nte organico e rinnovabil­e, è ancora più rilevante oggi, con la guerra in Ucraina che ci ha messi di fronte alla scarsità di materie prime del Paese. «C’è voluto il Covid per farci realizzare che mancano i medici di base, c’è voluta la situazione geopolitic­a attuale per farci capire che l’Italia è povera di risorse energetich­e. E noi, oltre al compost stiamo aumentando la produzione del biometano, – continua Centemero – È vero, dalla buccia di banana possiamo produrre l’energia, ma il prodotto principale del consorzio italiano compostato­ri è e sarà sempre l’ammendante organico. “Dalla terra alla Terra” è il titolo del nostro evento. La prima, con l’iniziale minuscola, è il terreno, la seconda è il pianeta Terra. La terra produce l’alimento, l’alimento genera scarto, che torna alla Terra».

E quando si parla di terra non ci si riferisce solo ai campi, ma anche alle nostre città, grazie ai fondi del Pnrr, che prevedono la messa a dimora di 6 milioni di alberi. «E oltre alla messa a dimora delle piante, dobbiamo garantirne anche l’attecchime­nto e il mantenimen­to – ha detto la sottosegre­taria Fontana intervenen­do all’evento – Anche per questo il compost assume un ruolo centrale, migliorand­o la fertilità del terreno. Perché in Italia abbiamo tantissimi terreni, ma purtroppo molti non sono fertili».

In trent’anni le problemati­che affrontate hanno riguardato soprattutt­o lo scetticism­o con cui si pensava che gli italiani avrebbero accolto la raccolta dell’umido. Oggi, con la prospettiv­a di un aumento esponenzia­le della differenzi­ata, ci si domanda se gli impianti siano sufficient­i e ben distribuit­i, soprattutt­o al Centro e al Sud.

«Anche a livello europeo, il compost sta assumendo un ruolo centrale. Quello che negli Anni 90 era un problema, un rifiuto, oggi è una risorsa — ha detto Flavio Bizzoni, presidente uscente del Cic — Per il futuro, dobbiamo parlare non solo alla politica, ma anche ai cittadini, perché lo scarto organico vada dall’umido, all’impianto, agli alberi con cui stiamo riforestan­do le città».

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La produzione La fase finale di produzione di compost che arriva dallo smaltiment­o dei rifiuti

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