«Mai pensato di entrare nelle questioni dei partiti Grillo? Aspetto i riscontri»
Il premier: ho chiesto di vedere i messaggi, non li trovo
ROMA C’è solo un momento, durante la conferenza stampa, in cui Mario Draghi rivela il suo disagio per la tempesta che ha rischiato di ribaltare la barca del governo. Ed è quando gli chiedono conto dei messaggini tra lui e Grillo, che proverebbero le accuse di Conte: «Riscontri oggettivi? Ho chiesto di vederli, ma non li trovo... Li aspetto, eh!». Conferma di non aver mai chiesto la rimozione dell’avvocato-leader e afferma di non aver «mai pensato di entrare nelle questioni interne dei partiti». Quindi lascia intuire il suo umore: «In una settimana così densa di risultati per il governo, la comunicazione si è concentrata su qualcosa di nazionale, che non ha l’interesse degli italiani. Ho notato questa sproporzione fra le due cose». Per quanto velato è un rimprovero a Conte, a Grillo e all’intero Movimento: «Se sono rammaricato? Più che altro dico che in una settimana in cui la posizione dell’Italia è stata apprezzatissima al Consiglio Ue, al G7, al vertice Nato, non capisco perché mi si voglia tirare dentro questa faccenda, è una cosa che mi è estranea».
Conte non strappa
La faccenda, che per poco non ha terremotato l’esecutivo, è l’accusa al premier di aver chiesto al fondatore del Movimento di rimuovere il leader. Accusa che Draghi smentisce con forza («anche Grillo ha smentito»), per poi lanciarsi in una piena riabilitazione del predecessore e di quello che era, prima della scissione di Luigi Di Maio, il più grande partito della maggioranza: «Il Movimento ha dato contributi importanti in questi mesi e sono certo che continuerà a darli. Il presidente Conte ha confermato l’intenzione del M5S di non voler uscire e di non volersi limitare all’appoggio esterno. Io mi baso su queste rassicurazioni... E continuiamo». Si va avanti, insomma, dopo che Conte l’altra sera è salito al Quirinale e dopo che ieri, a sua volta, è stato Draghi a confermare al capo dello Stato l’impegno a guidare il governo. Sergio Mattarella ha aperto il suo ombrello protettivo e il premier prova a blindare la squadra: «Il governo è nato con i 5 Stelle e valuta troppo il contributo dei 5 Stelle per accontentarsi dell’appoggio esterno». Ma se Conte, magari per bruciare Salvini sui tempi, decidesse di uscire? «Ho detto dall’inizio che questo governo non si fa senza i 5 Stelle».
Il bilancio
Palazzo Chigi ha voluto l’incontro con la stampa per valorizzare i provvedimenti sull’assestamento di bilancio e la sforbiciata alle bollette, per i quali, questa la versione ufficiale, Draghi ha cambiato in corsa la sua agenda: «Se non li avessimo approvati ora sarebbe stato un disastro, i cittadini avrebbero avuto i rincari e questo spiega perché io sono rientrato nella notte da Madrid, lasciando il ministro Guerini a rappresentare validamente l’Italia». Ma i dubbi restano, piovono domande sui rapporti con Conte e Draghi, che a Madrid non aveva smentito con chiarezza, prova a chiudere il caso: «Non ho sentito Grillo, mentre ho sentito Conte ieri (mercoledì, ndr) e poi ci siamo scambiati dei messaggi per risentirci domani (oggi, ndr). Non ho mai fatto le dichiarazioni che mi sono state attribuite dai 5 Stelle, io non entro nei partiti». Draghi esclude un rimpasto («nessuno lo ha chiesto») e chiude in una sola sillaba il suo futuro politico. È disposto a guidare un’altra maggioranza in questa legislatura? «No».
Premier ottimista
Stanco, ma all’apparenza sereno e persino ottimista sulle sorti del governo. Rientrato a Roma dopo aver lasciato a sorpresa con un giorno di anticipo il vertice Nato di Madrid, Draghi convoca una conferenza stampa con il sottosegretario Roberto Garofoli e parte con una lode al governo per aver rispettato i 45 obiettivi del Pnrr per questo semestre, «un segnale essenziale per la credibilità del Paese». Una parola, credibilità, a cui il premier affida il rilancio della squadra, scossa dalla scissione del M5S e fiaccata dalle polemiche. «Forse sono troppo ottimista?», accenna un sorriso quando gli chiedono degli scontri interni alla maggioranza su cannabis e ius scholae: «Iniziative parlamentari su cui il governo non ha mai preso posizione e che quindi non portano nessun problema» all’esecutivo, che a giudizio del premier «non rischia». Adesso però Draghi vuole «la stessa determinazione» dei mesi scorsi per superare le sfide che l’Italia ha davanti. La bussola di un governo «nato per fare» è lavorare «tutti insieme e saper prendere decisioni con generosità nell’interesse dell’Italia».
Torrida estate
Il confronto Ho sentito Conte e ci risentiremo In una settimana in cui l’Italia è stata apprezzata nel mondo, non capisco perché mi si voglia tirare dentro in questa faccenda
Il caro energia, con le alte temperature di questa torrida estate, «preoccupano sicuramente», ma il presidente definisce «buono» l’andamento degli stoccaggi del gas («siamo vicini al 60%») e ritiene molto importante la misura approvata in Cdm, senza la quale «i cittadini avrebbero ricevuto bollette con rincari fino al 40%». L’altra sfida cruciale è la lotta alla «tremenda siccità» che sta massacrando le colture e bisogna agire «con la massima urgenza», approvando da lunedì i piani di emergenza regionali. Le cause della crisi idrica più grave degli ultimi 70 anni? La scarsità di piogge, ma anche «cause strutturali come la cattiva manutenzione dei bacini e della rete che spetterebbe ai concessionari». Gli chiedono del taglio del cuneo fiscale e il premier conferma che se ne parlerà in legge di bilancio, dopo l’incontro della prossima settimana con le parti sociali. L’intenzione è «proteggere il potere d’acquisto delle famiglie e la competitività delle imprese e «ci saranno altri interventi a luglio».
La foto al museo
E la foto che ritrae Draghi al museo del Prado, seduto su una panca mentre i leader in piedi dialogano tra loro? Perché se ne stava da solo a parlare al telefono? Per scongiurare la crisi di governo? Il premier sorride e sdrammatizza: «C’era un piccolo concerto e io ero un po’ stanco, non ricordo nemmeno con chi stessi parlando... Telefonare con tutti davanti era impossibile e purtroppo sono stato sorpreso in quel momento».
A Madrid La mia foto al Prado? C’era un piccolo concerto e io ero un po’ stanco, non ricordo nemmeno con chi stessi parlando Telefonare con tutti davanti era impossibile