Ius scholae, slitta l’esame. Il Pd: «Non arretriamo»
Rinvio per il testo alla Camera insieme a quello sulla cannabis. Dal Carroccio 1.500 emendamenti
ROMA Alle 10.30 l’aula di Montecitorio si esprime a favore del rinvio delle proposte di legge sulla cannabis e sullo ius scholae. La richiesta parte dal parlamentare del Pd Emanuele Fiano, che spiega così le ragioni di questa mossa: «È stato un rinvio unicamente tecnico che dà la certezza di avere questi provvedimenti in aula la settimana prossima dopo l’approvazione del decreto Aiuti». In questo modo, quando entrambi i testi approderanno in aula, più probabilmente fra due settimane, l’iter sarà più rapido perché scatterà il contingentamento dei tempi. Il Pd non intende certo arrendersi di fronte a quella che definiscono «una battaglia di civiltà, attesa dai compagni di classe dei nostri figli che parlano la nostra lingua, amano la nostra cultura e tifano per le nostre squadre di calcio». E lo stesso vuole fare il Movimento 5 Stelle. «Bisogna andare avanti anche sulla cannabis» fa sapere il ministro Stefano Patuanelli.
Acque agitate, insomma, dalle parti della maggioranza di governo. Perché le posizioni restano cristallizzate. Da una parte Pd e M5S, dall’altra il centrodestra compatto. Enrico Letta invia questo messaggio alla Lega e a tutto il centrodestra: «Sullo ius scholae non arretreremo di un millimetro. Il metodo della Lega e di Salvini non è comprensibile: è un tema parlamentare, non di governo. Cosa avremmo dovuto fare quando cadde il ddl Zan?». La risposta del Carroccio è perentoria: la Lega deposita 1.500 emendamenti e annuncia le barricate.
Matteo Salvini invoca lo stop di entrambe le proposte. Le sue truppe sono scatenate a Montecitorio: «Faremo di tutto per evitare che l’attuale legge sulla cittadinanza venga travolta da questo scempio» avverte Igor Iezzi. Anche Forza Italia non ne vuol sapere. «È sbagliato ideologizzare alcune battaglie. Per noi la cannabis è inaccettabile, anche sullo ius scholae la sinistra non deve avere una posizione ideologica» sbotta Antonio Tajani. Alla fine interviene anche Mario Draghi, ma per tenersi a debita distanza: «Sono proposte di iniziativa parlamentare e quindi il governo non prende posizione né io commento». Parole che consentono al sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova di rilanciare entrambe le «battaglie di civiltà»: «Ora la maggioranza non ha alibi. Neppure riguardo a temi come cannabis e ius scholae».