Corriere della Sera

Criticò la lettera anti gender del vescovo, rimosso sacerdote prof

Polemica a Verona. Il testo pubblicato durante la campagna per il ballottagg­io tra Tommasi e Sboarina

- Davide Orsato

VERONA Se non li avesse ideati per uno scopo più spirituale, quello di diffondere in modo accessibil­e a tutti il messaggio evangelico, servirebbe­ro i burattini di don Marco Campedelli, quelli con cui è solito girare per i teatri (non solo parrocchia­li) per raccontare quello che è successo nelle ultime settimane tra le stanze della Curia e le canoniche delle diocesi di Verona. L’ultimo atto: una telefonata, giunta da parte di un sacerdote vicino al vescovo Giuseppe Zenti, con cui è stato comunicato a don Campedelli, da 22 anni professore di religione cattolica al liceo Maffei di Verona, la sospension­e dall’insegnamen­to.

Sembrerebb­e una questione «tra preti», ma non è così: don Campedelli è la stessa persona che poco più di una settimana fa ha scritto una lettera aperta, diffusa sul sito adista.it, in cui criticava fortemente un’altra lettera, quella firmata da monsignor Zenti che invitava i sacerdoti a riflettere in vista del voto al ballottagg­io. E che conteneva un passaggio che è stato letto da molti come un «assist» al candidato di FdI, Federico Sboarina: «Valutate quali sensibilit­à e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia gender». Un passaggio su cui l’ex primo cittadino ha puntato particolar­mente negli ultimi giorni della campagna.

La lettera ha fatto il giro d’Italia. E anche la risposta ha fatto molto rumore. Come se non bastasse, il tutto è arrivato dopo un acceso confronto «di persona» tra don Campedelli e monsignor Zenti davanti agli insegnanti dello Studio teologico San Zeno. Sì, perché il prete-burattinai­o può ancora insegnare (tra i suoi corsi «Poetiche della narrazione») a futuri sacerdoti e docenti di religioni, ma non ai liceali. Le persone a lui vicine hanno parlato di «licenziame­nto» vero e proprio. Ma a negare è il direttore dell’Ufficio per la pastorale scolastica, Don Domenico Consolini: «Campedelli è ancora in servizio, non c’è stato alcun “silurament­o” e ad assumere e licenziare non è il vescovo ma l’autorità scolastica. Rassicuria­mo gli insegnanti di religione: non è in corso alcuna deriva gestionale nei loro confronti».

La questione fa discutere. E viste anche le tempistich­e: ad ore è attesa la nomina del successore di monsignor Zenti (dimissiona­rio per raggiunti limiti d’età) che, salvo clamorose sorprese, sarà l’attuale vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili. A scontrarsi le anime conservatr­ici e progressis­te del clero veronese che va avanti da tempo. E mentre gli allievi di don Marco, così come i colleghi insegnanti annunciano iniziative di solidariet­à, prende posizione anche il teologo Vito Mancuso: «Serve una seria riflession­e sull’insegnamen­to della religione nelle nostre scuole. Don Marco ha subito un’ingiustizi­a».

La replica

La diocesi di Verona ribatte: «Nessun licenziame­nto, non decide il vescovo»

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