Corriere della Sera

Letta parla a Conte: se voi lasciate, subito al voto e ognuno per sé

Il segretario pd spinge per il proporzion­ale

- di Maria Teresa Meli

ROMA d’aria Mario lasciato dividono Solo Draghi. intendere i condiziona­tori Il Enrico premier che Letta quest’estate ha e assai parco, occorre ma farne il segretario un uso dem, per contrastar­e la calura romana, li ha fatti accendere nella sala dove riunisce la Direzione del suo partito. Per il resto, il leader del Pd non ha dubbi: nella tenzone DraghiCont­e si schiera con il primo e critica il secondo.

Già le relazioni tra il Nazareno e il M5S non erano più idilliache come un tempo, ma in questi ultimissim­i giorni sono ulteriorme­nte allentate. Letta è infastidit­o per le uscite dell’ex premier. E glielo ha detto in un colloquio non propriamen­te disteso. I dem, infatti, sono preoccupat­i per le «avventate mosse grilline»: «I rapporti tra Conte e Draghi si sono ormai deteriorat­i e i 5 Stelle potrebbero avere la tentazione di uscire dal governo a settembre», dicono preoccupat­i. Perciò il segretario ha spiegato al leader del M5S che «parlare di appoggio esterno è inopportun­o e assurdo». Poi ha fatto al suo interlocut­ore questo ragionamen­to:

se voi andate all’appoggio esterno, si va subito alle elezioni, ognuno per conto proprio a quel punto. E ai suoi, dopo, ha aggiunto: «Non so quanto convenga a Conte e a Salvini il voto anticipato». Il segretario dem, comunque, oggi avrà modo di vedere Conte per ben due volte: la prima a un’iniziativa della Cgil, a cui sono invitati entrambi, la seconda a un incontro pubblico a Cortona, con Roberto Speranza.

In direzione Letta annuncia che il Pd non appoggerà nessun governo diverso dall’attuale e in conferenza stampa Draghi si dice indisponib­ile a guidare un esecutivo «con un’altra maggioranz­a». Dichiarazi­oni sovrapponi­bili, che dimostrano come i tempi in cui i dem rincorreva­no i grillini siano finiti. Anche perché il M5S non ha più la presa elettorale di un tempo. Lo dimostrano i dati illustrati in direzione da Francesco Boccia, che pure con i grillini è in ottimi rapporti. Nei capoluoghi chiamati alle urne in questa tornata elettorale i 5 Stelle hanno preso 39 mila voti, a fronte de 156 mila delle Amministra­tive del 2017. Cioè hanno ottenuto un quarto dei consensi.

Certo, questo progressiv­o cambiament­o di rotta non significa che il Pd non si alleerà alle prossime elezioni anche con i grillini. Ma lo farà alle sue condizioni, non a quelle dei 5 Stelle: «Alleanze con chi ci starà attorno a un progetto per l’Italia». Sempre che non si cambi il sistema elettorale, perché allora ognuno giocherà per sé. Letta nei lavori del parlamenti­no pd lancia il suo appello: «Avere una legge elettorale che superi i limiti dell’attuale è una priorità per tutti». E nei colloqui privati il segretario dem spiega: «Il proporzion­ale agevolereb­be tutte le forze nell’azione politica». Al riguardo l’ex ministra Paola De Micheli è esplicita anche pubblicame­nte: «Le coalizioni ampie costringon­o il Pd alla generosità e alla mediazione e a non poter esplicare appieno la sua identità».

Gli orfani del «rapporto privilegia­to» con il M5S sono silenti o quasi. Invece parlano coloro che hanno sempre guardato con diffidenza il corteggiam­ento dem nei confronti di Conte. Alessandro Alfieri, portavoce di Base riformista, sottolinea: «Abbiamo parlato troppo di alleanze nei mesi passati». L’ex capogruppo al Senato Andrea Marcucci, come al solito, è molto netto: «I 5 Stelle si stanno precostitu­endo l’alibi per uscire dal governo, ma la prima conseguenz­a della lor fuoriuscit­a sarebbe l’impossibil­ità per il Pd di immaginare qualsivogl­ia alleanza con loro».

Dal momento che i grillini non sono più i compagni di strada preferiti dai dem, l’occhio del gruppo dirigente del Nazareno si rivolge alle tante esperienze civiche che hanno caratteriz­zato queste amministra­tive. In direzione Letta batte sul tasto del «civismo». E Roberto Morassut si interroga su come «far scendere in campo» anche a livello nazionale «le esperienze civiche» che sono state importanti in quest’ultima tornata elettorale.

Il limite

De Micheli: le coalizioni ampie costringon­o il Pd alla generosità e alla mediazione

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Leader Enrico Letta, 55 anni, segretario del Partito democratic­o, convocherà una nuova direzione a fine luglio

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